Avastin, la Società Oftalmologica Italiana presenta ricorso al TAR
La richiesta? Sospendere la delibera dell'Aifa "con motivi di urgenza"
La Società Oftalmologica Italiana (SOI), l’Associazione Sindacale Medici Oculisti ed Ortottisti Italiani (ASMOOI) e la Fondazione “Insieme per la Vista” hanno deciso di presentare ricorso al TAR Lazio per impugnare la delibera dell’AIFA che regola l’utilizzo dell’Avastin in ambito oculistico e chiederne la “sospensiva con motivi di urgenza”.
Incredibilmente siamo costretti a ritornare a parlare di Avastin e delle penalizzazioni subite da oltre 100.000 pazienti affetti da maculopatia per evidenziare a gran voce gli abbagli della politica e degli enti regolatori e di consulenza
afferma il Matteo Piovella, presidente SOI, in un comunicato stampa ufficiale.
A rendere necessario il ritorno sul tema sono proprio le condizioni imposte per l’uso di Avastin, che secondo gli oftalmologi SOI
di fatto hanno peggiorato (se non eliminato) la possibilità di effettuare la terapia con Avastin.
Secondo la SOI in una situazione un cui non è possibile dimostrare differenze nell’efficacia e nella sicurezza dei due farmaci si starebbero cercando altri modi per ostacolare il reperimento dell’Avastin che gli oftalmologi potrebbero utilizzare per trattare i pazienti affetti da maculopatia. La strada trovata sarebbe quella di concentrare l’attenzione sul fatto che l’Avastin non è distribuito in confezioni monodose, ma deve essere frazionato e che questo frazionamento potrebbe nascondere dei pericoli.
In tale prospettiva
sottolinea la SOI
si impone l’obbligo di frazionare l’Avastin coinvolgendo (solo) le farmacie ospedaliere affermando l’esistenza di fantomatici centri di eccellenza individuati (con criteri ad oggi sconosciuti) dalle Regioni. Una restrizione scientificamente ingiustificata in quanto, da un lato, nella pratica sanitaria vi sono moltissimi farmaci che ogni giorno vengono utilizzati in forma frazionata e, dall’altro, la modalità di frazionamento proposta ed utilizzata dai Soci SOI non ha mai determinato alcun evento negativo.
Secondo la Società tutto ciò rischia di trasmettere un’immagine distorta del ruolo dello Stato in ambito sanitario, quella, paventa la SOI, di
uno Stato che, di fatto, risulta nemico, che contrasta i medici oculisti virtuosi ad assumersi la libera responsabilità di somministrare Avastin off label pur di favorire la cura dei propri pazienti.
In questa situazione i medici oculisti italiani non possono assumere serenamente la responsabilità di trattare le maculopatie con Avastin.
Lo Stato
prosegue la SOI
perseguendo queste finalità restrittive sostanzialmente blocca l’accesso alle cure per i 100.000 pazienti affetti da maculopatia che da oltre un anno hanno subito ritardi o penalizzazioni nell’effettuare le iniezioni intraoculari per salvare la loro vista.
Aver chiesto l’incredibile risarcimento record di un miliardo e duecento milioni a Novartis e Roche non ha rilievo se poi, di fatto, si impedisce ai pazienti di poter tornare a curarsi.
Piovella definisce la situazione
Una brutta storia che può e deve concludersi con un lieto fine.
Per questa ragione
conclude il presidente SOI
le stesse associazioni hanno dato mandato ai propri studi legali per valutare l’opportunità di attivarsi giudizialmente affinché le somme richieste a titolo di risarcimento danni al SSN dal Ministro della salute e le multe a cui sono state sottoposte le aziende farmaceutiche interessate vengano destinati a politiche finalizzate alla lotta contro la cecità coinvolgendo i pazienti i medici oculisti e gli enti che li rappresentano e difendono.