Bambini e alimentazione, meglio affidarsi ai prodotti specifici per l’infanzia?
Scegliere i prodotti giusti protegge la salute dei piccoli di casa. Ecco cosa ne pensano gli esperti riuniti a Nutrimi 2014
La crisi economica ha portato gli italiani a risparmiare anche sulla spesa alimentare, ma quanto viene pagato questo risparmio in termini di salute? A riportare l’attenzione sull’argomento è Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università degli studi del Piemonte Orientale di Novara, che durante Nutrimi 2014, l’VIII Forum Internazionale di Nutrizione Pratica in corso a Milano, si è concentrato su un caso particolare: l’alimentazione dei bambini nella fascia d’età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni.
Il mercato offre infatti diversi prodotti specifici per questa fase della vita, comunemente conosciuti come alimenti specifici per l’infanzia, che richiedono un certo investimento economico da parte delle famiglie. Ne vale davvero la pena? L’intervento di Bona sembra non lasciare spazio a dubbi: affidarsi a questi prodotti non è solo una scelta desiderabile, ma addirittura indispensabile per garantire la salute dei piccoli.
Fin dai primi anni l’alimentazione gioca un ruolo determinate nel determinare lo sviluppo futuro dei bambini
ha sottolineato l’esperto.
Da questo punto di vista gli aspetti da tenere in considerazione sono due: garantire i nutrienti necessari per la crescita ed educare il bambino ad abitudini corrette, ad esempio abituandolo a cibi con poco sale. Per iniziare a lavorare su questi due punti non è mai troppo presto e già con lo svezzamento bisogna iniziare a porre attenzione ad entrambi gli aspetti.
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L’importanza del gusto
Durante lo svezzamento è importantissimo introdurre gradualmente cibi solidi e semi solidi in un regime alimentare in cui c’è sempre il latte materno. Procedendo in modo corretto è possibile aiutare i bambini a sviluppare delle preferenze salutari.
Infatti il gusto si sviluppa tra i 6 mesi e i due anni di vita. Per questo è importante far conoscere ai bambini gusti e profumi, introducendo nella sua alimentazione cereali, prodotti di origine animale con proteine dall’alto valore biologico, ferro e formaggi, ma sempre evitando di aggiungere sale, sia perché un suo eccesso è una minaccia per la salute a qualsiasi età, sia per evitare che il bambino finisca per apprezzare solo cibi salati per il resto della sua vita. Viceversa, è importante sviluppare il gusto nei confronti di alimenti sani come la frutta e la verdura e l’olio d’oliva.
In questo modo giunti all’anno di vita dal punto di vista qualitativo l’alimentazione del bambino sarà del tutto simile a quella degli adulti. Dal punto di vista quantitativo rimarranno, invece, delle differenze da rispettare. Proprio per questo l’alimentazione specifica per l’infanzia può essere di grande aiuto.
Le caratteristiche degli alimenti specifici per l’infanzia
Gli alimenti specifici per l’infanzia – ossia per bambini tra 1 e 3 anni d’età – hanno caratteristiche molto particolari che garantiscono sia una corretta composizione nutrizionale, sia la sicurezza del bambino. Tali caratteristiche sono definite da una direttiva europea del 2006 che stabilisce regole specifiche in termini di contenuto di carboidrati (ad esempio di fruttosio, che in questa fascia d’età è tossico a livello epatico), di proteine e di lipidi, ma anche di sali minerali (ad esempio sodio e calcio) e di vitamine. Le indicazioni specifiche variano a seconda che l’alimento ricada in una o nell’altra categoria di alimenti specifici per l’infanzia (prodotti a base di cereali e altri alimenti per bambini), ma tutto è sempre stabilito in funzione di un adeguato equilibrio di sostanze presenti in questi alimenti specifici.
Un aspetto correlato riguarda gli additivi e i contaminanti, la cui presenza è regolata da un’apposita direttiva europea del 2008. Sostanze potenzialmente nocive come i coloranti sono vietati in queste categorie di alimenti. Ciò fa sì che oltre ad un corretto apporto nutrizionale sia garantita anche la sicurezza dei bambini.
Bona ha sottolineato che se è vero che acquistando i prodotti confezionati non specifici per bambini si risparmia, d’altra parte si minaccia la sua salute.
Il bambino non deve essere considerato un picco adulto
ha spiegato l’esperto, ricordando che a questa età i contaminanti tossici sono più pericolosi sia perché vengono assunti maggiormente sia perché gli organi sono meno pronti a metabolizzarli. Il rischio che si corre scegliendo prodotti non specifici è far assumere ai bambini sia alimenti “naturalmente” tossici, sia che lo diventano a causa di sostanze aggiunte.
I rischi di un’alimentazione non specifica per l’infanzia
I rischi chimici nascosti nei prodotti confezionati non specifici per l’infanzia sono i contaminanti industriali, i contaminanti biologici e pesticidi. Un esempio è rappresentato dalle diossine, ma anche mercurio, arsenico, uranio e piombo mettono a rischio la salute dei più piccoli attraverso l’alimentazione. Un altro caso è quello dei nitrati, assorbiti soprattutto dai vegetali e presenti soprattutto nelle verdure a foglia larga, ma che possono anche essere aggiunti come conservanti.
Per comprendere i possibili rischi basta pensare che i livelli di alcuni contaminanti consentiti nell’alimentazione nell’infanzia sono 40 volte inferiori rispetto a quelli tollerati nei prodotti alimentari non specifici.
Per tutti questi motivi secondo Bona
i prodotti destinati dai 6 ai 36 mesi sono da favorire per la crescita del bambino in questa fascia d’età delicata.
Attenzione, però, al falso baby food: alcuni prodotti hanno confezioni che richiamano all’alimentazione specifica per l’infanzia, ma in realtà non sono indicati per la fascia d’età tra 1 e 3 anni. Non fatevi trarre in inganno!