Bambini immunodepressi a scuola: perché è fondamentale
Gli esperti sottolineano quanto sia importante per i bambini immunodepressi andare a scuola.
Gli esperti sottolineano quanto sia importante per i bambini immunodepressi andare a scuola.
Bambini immunodepressi a scuola, perché per loro è importante frequentare la scuola? In questi giorni di caos vaccini, con bambini che non possono essere vaccinati che non hanno accesso alle loro classi, perché presenti bambini che, invece, non hanno ricevuto volontariamente le dosi vaccinali perché i genitori sono contrari, gli esperti sottolineano come la scuola sia in realtà terapeutica per tutti quei piccoli che hanno affrontato e stanno magari ancora affrontando malattie e terapie che mettono a terra il loro sistema immunitario.
Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, ha spiegato che è importante l’immunità di gregge per proteggere, anche a scuola, tutti quei bambini che a causa di un trapianto, di una malattia oncologica o di un’altra patologia devono seguire terapie che abbassano le difese immunitarie. Il loro sistema di difesa è più debole e più soggetto a prendere infezioni, anche quelle per cui magari è vaccinato. E anche malattie per noi banali diventano per loro complicate da affrontare.
All’Adkronos Salute, il pediatra sottolinea che
la frequenza scolastica per i bimbi immunodepressi fa parte del processo di guarigione: stanno seguendo un percorso non certo facile, e consentire loro di andare a scuola con i loro compagni, i maestri e i professori è terapeutico. Ecco perché dobbiamo assicurare un ambiente scolastico sicuro a questi piccoli ‘guerrieri'”, fragili, ma impegnati in un percorso per superare la malattia.
Il medico poi ricorda:
Inoltre mi pare che finora nel dibattito siano stati trascurati anche i bimbi non vaccinati esposti a rischi per il rifiuto dei genitori di proteggerli col vaccino. Abbiamo avuto di recente il caso di una bambina di 14 mesi non vaccinata, che ha rischiato di morire per infezione da Haemophilus influenzae di tipo B che in Italia era quasi dimenticato; e il vaccino è compreso nell’esavalente. Insomma, non sono solo i piccoli immunodepressi a rischiare:non vanno abbandonati anche i figli dei no-vax.
Via | Adkronos
Foto iStock