Dalle analisi del sangue è emerso un valore alto della bilirubina: sarà il caso di preoccuparsi? Per rispondere a questa domanda, bisogna prima capire cosa è la bilirubina. Si tratta di una sostanza caratterizzata da un colore arancione-giallastro e deriva dalla degradazione dell’emoglobina in seguito alla distruzione dei globuli rossi (giunti alla fine del loro ciclo vitale).
La bilirubina è una delle sostanze di cui è composta la bile ed è strettamente correlata alla funzionalità epatica. L’esame della bilirubina viene spesso prescritto proprio per monitorare lo stato di salute del fegato e per individuare l’eventuale presenza di patologie (come la cirrosi o l’epatite).
Questi due termini indicano rispettivamente la quantità di bilirubina presente nel sangue e la quantità di bilirubina presente nelle urine. La bilirubinemia è individuabile mediante un semplice esame del sangue, mentre per esaminare la presenza di bilirubina nelle urine, bisognerà analizzare un un campione di urine.
In quest’ultimo caso, la bilirubina presente dovrebbe essere molto bassa (non superiore a 0,02 mg in 100 mL). Se presente in quantità maggiori, il risultato potrebbe essere indice di una patologie epatica, come ad esempio cirrosi, epatite o tumore al pancreas.
Quando si parla di bilirubina, si fa riferimento in realtà a tre diverse tipologie, ovvero quella diretta, quella indiretta e la bilirubina totale. Ma di cosa si tratta esattamente? Vediamolo nel dettaglio.
In questo caso si parla di “bilirubina frazionata” (diretta e indiretta). Un livello elevato di uno dei due valori è collegato a cause differenti.
La bilirubina diretta (o coniugata) è prodotta a livello epatico, per cui valori eccessivi fanno supporre la presenza di una patologia del fegato.
La bilirubina indiretta non viene invece trattata nel fegato e valori elevati possono risultare collegati a delle anomalie nel processo di degradazione dell’emoglobina.
La somma della bilirubina diretta e indiretta vanno a formare la cosiddetta “bilirubina totale“.
L’esame della bilirubina può essere eseguito nell’ambito di un normale controllo di routine, ma potrebbe anche essere prescritto in caso di sospetta patologia epatica, in presenza di ittero (che causa una colorazione giallastra di pelle e sclera degli occhi) o in presenza di altri fattori di rischio per la salute del fegato.
Attraverso un esame del sangue, sarà possibile misurare i valori della bilirubina diretta, indiretta e quelli della bilirubina totale. Nel referto delle analisi potrai trovare degli appositi valori di riferimento. Questi ultimi potrebbero variare leggermente da un laboratorio all’altro, per cui sarà bene tenere in considerazione i range riportati sul referto.
A livello generale, i valori della bilirubina sono i seguenti:
Si parla di iperbilirubinemia quando la concentrazione nel sangue è superiore a 1,2 mg/dL.
Se dalle analisi del sangue sono emersi valori alti della bilirubina, siamo di fronte a una condizione nota con il nome di iperbilirubinemia, una condizione che non deve essere ignorata, poiché potrebbe essere collegata alla presenza di alcune patologie.
Al contrario, la bilirubina bassa non deve essere motivo di preoccupazione, in quanto non indica la presenza di alcun processo patologico.
Di seguito, vedremo nel dettaglio quando preoccuparsi per la bilirubina alta e cosa potrebbe indicare questo valore.
Quando è la bilirubina totale a risultare più alta rispetto ai valori di riferimento, è necessario scoprire se il problema è dovuto a un aumento della bilirubina diretta o di quella indiretta, in modo da poterne individuare la causa sottostante e intraprendere il giusto trattamento.
Un’iperbilirubinemia dovuta a un aumento della bilirubina diretta può essere provocata a diverse cause, che riguardano – come abbiamo visto – in particolar modo la salute del fegato.
Tra i fattori che potrebbero portare a un innalzamento dei valori ci sono malattie come i calcoli della colecisti, il tumore al pancreas, la colestasi, la colecistite, l’epatite, la cirrosi e anche disturbi congeniti.
Si tratta di piccoli e dolorosi “sassolini” (formati da sali e colesterolo) che bloccano il passaggio della bile. Questo disturbo colpisce soprattutto dopo i 40 anni di età e fra i sintomi vi sono:
Molto raro nella popolazione under 40, il tumore al pancreas colpisce soprattutto dai 50 agli 80 anni di età. Tra i fattori di rischio modificabili rientrano il fumo di sigaretta, il consumo eccessivo di alcol e di caffè.
Questa condizione si verifica quando vi è una riduzione o un arresto del flusso biliare e può essere causata da patologie che interessano il fegato, il pancreas o i dotti biliari.
Come si può dedurre dal nome, la colecistite è un’infiammazione della cistifellea e può essere determinata dalla presenza di un calcolo biliare che blocca il dotto cistico. Questa condizione può essere molto dolorosa.
Con il termine epatite si indica un’infiammazione del fegato, che può essere determinata sia da cause infettive che da cause non infettive.
Spesso associata a un elevato consumo di alcol, la cirrosi si verifica quando una certa quantità di tessuto epatico viene sostituita da un tessuto cicatriziale, con danni irreversibili per la salute.
Fra le patologie congenite che causano la bilirubina alta rientrano condizioni come la sindrome di Dubin-Johnson e la sindrome di Rotor.
Abbiamo visto che l’iperbilirubinemia è connessa a differenti cause, a seconda che si parli di bilirubina diretta o indiretta. Nel secondo caso, valori elevati potrebbero essere connessi a patologie come:
Infine, bisogna considerare che la concentrazione di bilirubina può essere collegata a determinati fattori. Essa sarà, ad esempio, più bassa nei bambini e nelle donne, e potrebbe essere influenzata anche da fattori come l’attività sportiva, la gravidanza o dall’utilizzo di alcuni tipi di farmaci.
Talvolta i bambini possono presentare dei livelli elevati di bilirubina a pochi giorni dalla nascita. Ciò può causare una condizione nota con il nome di “ittero neonatale”. Generalmente si tratta di una condizione temporanea che si risolve entro alcune settimane o persino in pochi giorni.
Ma come abbassare i valori della bilirubina? E cosa non mangiare quando si ha la bilirubina alta? In primo luogo, va sottolineato che per trattare il problema è necessario conoscerne la causa sottostante.
Può tuttavia essere utile assumere cibi e bevande capaci di proteggere la salute del fegato, come ad esempio gli alimenti ricchi di fibre (come fiocchi d’avena e frutta secca), quelli contenenti proteine magre (come pesce, carne magra, legumi e uova), o rimedi naturali benefici per il fegato, come ad esempio il cardo mariano.
Bisognerà inoltre bere almeno 2 litri di acqua al giorno e migliorare il proprio stile di vita, svolgendo regolare attività fisica e mantenendosi attivi durante la giornata.