Bronchiolite: sintomi, cause e cure della malattia respiratoria
I sintomi della bronchiolite nei bambini e nei neonati, le possibili cause e i trattamenti più efficaci per combatterla
Fonte immagine: Pixabay
La bronchiolite è una malattia molto contagiosa che colpisce i bambini piccoli e i neonati. Si tratta di un’infezione virale acuta che può portare all’ospedalizzazione del piccolo, e che può causare dei seri problemi alle vie respiratorie nei casi più gravi. Per la precisione, la malattia colpisce i bronchioli, ovvero le piccole diramazioni terminali dei bronchi.
Si tratta delle vie aeree più piccole dei polmoni, quelle che fanno si che avvengano gli scambi gassosi con il sangue.
Ma quali sono i sintomi della bronchiolite da non sottovalutare? Come riconoscere la bronchiolite nei bambini e neonati? E come si cura questa patologia? Vediamo in cosa consiste questa malattia e come affrontarla.
Bronchiolite: chi è più a rischio?
La malattia colpisce generalmente i bambini al di sotto dei due anni di età, e più frequentemente quelli che hanno meno di sei mesi di vita. I mesi dell’anno in cui il contagio è maggiormente frequente sono quelli che vanno da Novembre ad Aprile, e in particolar modo i mesi più freddi, ovvero quelli che vanno da Dicembre a Febbraio.
Questa condizione può colpire qualsiasi bambino, ma esistono dei fattori che aumentano il rischio di potenziali complicanze. Vediamo di quali si tratta:
- Esposizione al fumo di sigaretta durante la gravidanza o durante i primi mesi/anni di vita
- Nascita prematura
- Sistema immunitario debole
- Patologie cardiache o polmonari preesistenti
- Non essere mai stati allattati al seno.
Perché viene la bronchiolite? Le cause da conoscere
La bronchiolite è generalmente causata da dei virus. Più frequentemente – e cioè in circa il 75% circa dei casi – si tratta del Virus respiratorio sinciziale (VRS), il Virus del raffreddore comune (rhinovirus) e altri virus influenzali e parainfluenzali.
In tutti i casi, si tratta di agenti altamente contagiosi, poiché si diffondono attraverso le minuscole goccioline che tutti noi emettiamo quando tossiamo o quando starnutiamo. Se una persona è infetta, potrebbe quindi facilmente contagiare il bambino senza neanche rendersene conto.
Per questo motivo la bronchiolite può essere facilmente trasmessa anche da un bambino all’altro. Ed è questo il motivo per cui, se tuo figlio mostra sintomi respiratori, tosse e raffreddore, dovrebbe rimanere a casa, per evitare di contagiare anche altri bambini. Il periodo di incubazione è infatti molto breve, e va dai 2 ai 5 giorni circa.
Bronchiolite: sintomi
Come riconoscere la bronchiolite nei bambini? Inizialmente la malattia può manifestarsi con dei sintomi molto leggeri, come rinorrea (ovvero il famoso naso che cola), starnuti, leggera febbre e in alcuni casi tosse. Con il passare del tempo, nell’arco di pochi giorni, le condizioni del bambino potrebbero però peggiorare. Potresti notare la comparsa di altri sintomi, come:
- Insonnia
- Vomito
- Segni di malessere e sofferenza
- Difficoltà respiratoria (respiro accelerato)
- Aggravamento della tosse
- Febbre alta
- Suono acuto durante l’espirazione (respiro sibilante)
- Molti bambini soffrono anche di infezioni all’orecchio (otite media).
Nella maggior parte dei casi, i sintomi elencati tendono a regredire senza gravi conseguenze, tuttavia in alcuni casi – specialmente nei bambini di età inferiore ai 6 mesi – potrebbe rendersi necessario il ricovero in ospedale.
Ma come capire se i sintomi si stanno aggravando? Nei casi più gravi il respiro appare più rapido e superficiale, e il bambino tende ad allargare le narici per riuscire a respirare meglio.
Nei neonati prematuri potrebbe registrarsi anche una breve interruzione della respirazione (apnea). Il bambino potrebbe inoltre apparire cianotico intorno alla bocca a causa della mancanza di ossigeno. Il piccolo potrebbe apparire infine letargico e potrebbe rifiutarsi di bere o mangiare.
Di fronte a una sintomatologia del genere, bisognerà portare immediatamente il bambino al Pronto Soccorso, dove potrà ricevere i giusti trattamenti.
Diagnosi
La diagnosi della bronchiolite nel neonato si basa essenzialmente sull’esame dei sintomi e sulla misurazione di diversi parametri.
Il medico potrà valutare i livelli di ossigeno nel sangue del bambino tramite un saturimetro, e potrebbe richiedere – se necessario – l’analisi di un tampone di muco profondo dal naso, per riuscire a individuare il virus responsabile della malattia.
Come curare la bronchiolite nei bambini?
Il trattamento della bronchiolite dipende innanzitutto dalle condizioni iniziali del bambino. Normalmente consiste nel fornire supporto al piccolo durante il decorso della malattia. Il bambino dovrà ricevere liquidi in piccole quantità. In assenza di difficoltà respiratorie, e nel caso in cui il bambino sia in grado di alimentarsi e idratarsi autonomamente, sarà possibile curare il piccolo a casa, sempre sotto stretta sorveglianza del medico.
Il bambino potrebbe essere trattato con dei frequenti lavaggi nasali e con una aerosolterapia. Il medico potrebbe consigliare anche l’utilizzo di broncodilatori. È invece sconsigliato l’utilizzo di antibiotici, a meno che non vi sia il concreto rischio di un’infezione batterica o a meno che il bambino non sia gravemente immunocompromesso. In tal caso, sarà però richiesto il ricovero in ospedale per maggiore cautela.
Nei casi più gravi, come abbiamo accennato, il bambino dovrà quindi essere ricoverato in ospedale. Ciò avviene nei casi in cui le difficoltà respiratorie dovessero aumentare o se il bambino dovesse diventare cianotico (ovvero se la sua pelle dovesse avere un colorito bluastro).
Aumentano il rischio di ricovero ospedaliero anche altri fattori, come la prematurità del bambino, avere un’età inferiore ai 2 mesi o la preesistenza di patologie croniche (cardiopatie, immunodeficienze, patologie neurologiche).
Prognosi
Quanto dura la bronchiolite nei neonati? E quali sono le possibili conseguenze? Nella maggior parte dei casi la malattia tende a guarire nell’arco di pochi giorni e non è necessario alcun ricovero ospedaliero. Tuttavia, come abbiamo visto, in alcuni casi i bambini possono richiedere trattamenti di emergenza.
Una terapia adeguata farà si che il bambino non debba subire delle conseguenze a lungo termine (anche nel caso dei pazienti sottoposti a ricovero ospedaliero). Il respiro sibilante potrebbe continuare a manifestarsi tuttavia anche a distanza di un mese dalla guarigione.
Prevenzione
Ma è possibile prevenire la bronchiolite? Come sappiamo, questa malattia è molto contagiosa, ma fortunatamente è possibile mettere in pratica delle strategie di prevenzione efficaci. Soprattutto nei bambini che corrono un maggior rischio di complicazioni, è di fondamentale importanza seguire le seguenti regole:
- Se i bambini sono molto piccoli, evitare che abbiano un contatto con altri bambini o con adulti che manifestano i sintomi di malattie respiratorie e infezioni delle vie aeree
- Accudire il bambino sempre e solo dopo aver lavato bene le mani
- Se possibile, preferire l’allattamento al seno (che si è dimostrato un’efficace strategia di prevenzione) a quello artificiale
- Non fumare in casa (neanche se i bambini non sono presenti)
- Lavare regolarmente i giocattoli e le superfici in casa
Se il bambino ha sofferto di bronchiolite, e se è stato ricoverato in ospedale, dopo le dimissioni sarà importante evitare qualsiasi contatto con altre persone potenzialmente affette da patologie respiratorie o raffreddori.
Cosa devi sapere sulla bronchiolite
La bronchiolite è un’infezione del tratto respiratorio inferiore che colpisce i neonati e i bambini di età inferiore ai 2 anni. Si tratta di una malattia contagiosa, che può essere provocata da diversi virus, più frequentemente dal cosiddetto virus respiratorio sinciziale (RSV), che si diffonde attraverso le goccioline che le persone infette emettono attraverso tosse o starnuti.
Inizialmente la malattia può manifestarsi con la comparsa di sintomi come starnuti, leggera febbre e tosse. Con il passare dei giorni le condizioni potrebbero però aggravarsi, e il bambino potrebbe manifestare altri sintomi, come inappetenza, vomito, respiro sibilante, sonnolenza e letargia.
Il bambino potrebbe apparire cianotico e le difficoltà respiratorie potrebbero aggravarsi. In tal caso, si renderà necessario il ricovero in ospedale, dove il bambino sarà sottoposto ai trattamenti più adatti e tempestivi.
Nella maggior parte dei casi la malattia non comporta delle conseguenze gravi e la guarigione dovrebbe avvenire nell’arco di una settimana. Il respiro sibilante potrebbe manifestarsi anche a distanza di alcune settimane dalla guarigione. Anche dopo il trattamento, specialmente se la bronchiolite ha comportato un ricovero in ospedale, sarà necessario tutelare il bambino ed evitare che venga esposto a persone (sia adulti che bambini) che soffrono di malattie respiratorie potenzialmente contagiose.