Bruciori a gambe e braccia: in ospedale diagnosticati parassiti cerebrali

Una trentenne statunitense ha vissuto un’esperienza traumatica a causa di un’infezione parassitaria scoperta dopo un viaggio in Thailandia, Giappone e Hawaii. La giovane, giunta al pronto soccorso con un forte bruciore ai piedi, ha scoperto di avere un’infezione cerebrale causata da parassiti. La vicenda è stata riportata sulla rivista medica New England Journal of Medicine.

Il bruciore e i sintomi iniziali

La donna ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti, tra cui un intenso bruciore a gambe, braccia e tronco, accompagnato da un mal di testa persistente. Nonostante l’assunzione di antidolorifici, il dolore non accennava a diminuire. Durante la prima visita in pronto soccorso, gli esami del sangue hanno rivelato un lieve aumento dei globuli bianchi, segno di un’infezione in corso. Dopo giorni di sofferenza e febbre leggera, la paziente ha deciso di recarsi in un altro ospedale per cercare una diagnosi più chiara.

Il deterioramento delle condizioni

Il giorno successivo, al risveglio, la donna ha iniziato a preparare i bagagli per una vacanza non programmata, ma è stata fermata dalla sua coinquilina che l’ha invitata a riposare. Con il passare delle ore, la confusione mentale è diventata sempre più evidente, spingendo la giovane a tornare in ospedale, accompagnata dal suo compagno. Secondo il dottor Joseph Zunt, specialista in malattie infettive dell’Università di Washington, il manifestarsi di confusione in pazienti con sintomi sensoriali, mal di testa e febbre intermittente può indicare la possibilità di un’encefalite, un’infezione del sistema nervoso centrale.

La diagnosi: un parassita insidioso

Dopo una serie di esami, i medici hanno analizzato il liquido cerebrospinale della paziente, riscontrando marcatori di meningite eosinofila, una forma rara di infezione cerebrale causata da parassiti. Considerando il recente viaggio della donna e i suoi sintomi, i medici hanno formulato una diagnosi di presunta angiostrongiliasi. Questo parassita, noto come verme polmonare del ratto, è causato da Angiostrongylus cantonensis, il quale inizia il suo ciclo vitale nei polmoni dei roditori e successivamente infetta lumache e chiocciole.

Il trattamento e il recupero

Grazie a un ciclo di due settimane di farmaci specifici in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, la donna non ha subito danni cerebrali. Inoltre, le è stata somministrata una dose elevata di uno steroide per ridurre l’infiammazione cerebrale. Con il trattamento, i sintomi si sono gradualmente attenuati e dopo sei giorni di ricovero, la paziente è stata dimessa, tornando a casa e lasciandosi alle spalle un’esperienza inquietante ma fortunatamente risolta.

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Lucia Rossi