Caffè e salute, sotto i 55 anni la parola d’ordine è moderazione
Superare le 28 tazzine a settimana è pericoloso, soprattutto per i più giovani
Gli appassionati del caffè devono fare attenzione a non esagerare: se si ha meno di 55 anni superare le 4 tazzine al giorno può mettere in grave pericolo la salute. A svelarlo è uno studio pubblicato su Mayo Clinic Proceedings da un gruppo di ricercatori coordinati da Steven Blair, docente all’Arnold School of Public Health dell’Università del South Carolina (Columbus, Stati Uniti). Infatti secondo i risultati ottenuti da Blair e collaboratori bere più di 28 caffè alla settimana aumenta del 56% la probabilità di morire per una qualsiasi causa prima dei 55 anni.
Per arrivare a questa conclusione gli autori hanno analizzato un’enorme quantità di dati raccolti facendo compilare, tra il 1979 e il 1998, dei questionari medici a più di 45 mila persone. I risultati ottenuti non lasciano molto spazio ai dubbi: al di sotto dei 55 anni superare le 28 tazzine a settimana aumenta il rischio di decesso. Va meglio, invece, agli amanti del caffè over-55. Al di sopra di questa età, infatti, non è stato osservato nessun effetto collaterale per l’assunzione di questa bevanda.
La scoperta potrebbe risultare, però, sorprendente per i bene informati: la quantità di studi che negli ultimi anni hanno svelato i suoi numerosi benefici – dalla riduzione della fatica alla protezione dai disturbi cardiovascolari e di alcuni tumori – contrasta con i risultati di queste nuove analisi. Tuttavia, come sottolinea Carl Lavie, coautore dello studio, il segreto sta nella moderazione.
Continua ad esserci un dibattito considerevole sugli effetti sulla salute della caffeina, e in modo specifico del caffè, con alcune notizie che suggeriscono una tossicità e alcune che suggeriscono addirittura effetti benefici. Recenti ricerche hanno svelato che il caffè è una delle maggiori fonti di antiossidanti nell’alimentazione e che ha potenziali effetti benefici sull’infiammazione e per le capacità cognitive
spiega Lavie
Tuttavia, è ben noto che il caffè ha potenziali effetti collaterali a causa del potenziale della caffeina di stimolare il rilascio di epinefrina, inibire l’attività dell’insulina e aumentare la pressione sanguigna e i livelli di omocisteina. Perciò tutti questi meccanismi potrebbero controbilanciarsi l’un l’altro.
Via | Science Alert