Candida Auris, il fungo diventato resistente ai farmaci a causa del riscaldamento globale
Candida auris: conosciamo il fungo resistente ai farmaci a causa del riscaldamento globale.
Negli ultimi giorni si è spesso sentito parlare della Candida auris, vale a dire un fungo che, secondo quanto rivela un nuovo studio, potrebbe essere diventato resistente ai farmaci a causa del riscaldamento globale. Ad analizzare la situazione è un nuovo studio condotto dai membri della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, secondo cui il fungo, che infetta anche gli esseri umani, può portare alla morte nell’arco di 90 giorni.
Dallo studio è emersa l’ipotesi che il fungo possa trasformarsi in un Killer per i pazienti a causa dei cambiamenti climatici: le alte temperature potrebbero aver creato le giuste condizioni per renderlo più forte e quindi difficile da trattare.
Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno confrontato la capacità di sopravvivere alle alte temperature della Candida auris con quella di altri organismi geneticamente simili, ed hanno constatato che questo fungo è capace di crescere a temperature più elevate rispetto alle altre specie. Questo fenomeno potrebbe essere alla base del continuo rafforzamento della Candida auris.
I dati suggeriscono che questo è l’inizio di una fase in cui i funghi si stanno adattando alle alte temperature e stiamo per avere sempre più problemi di questo tipo. Il riscaldamento globale porterà alla selezione di ceppi più tolleranti dal punto di vista termico. Qualcosa ha permesso a questi organismi di crescere e causare malattie. Questo è inusuale, e ci fa pensare a un ruolo del riscaldamento globale.
Gli esperti fanno sapere che l’infezione fungina colpisce soprattutto i pazienti con sistema immunitario indebolito (come quelli sottoposti a chemioterapia o chirurgia, o che assumono altri tipi di farmaci per via endovenosa), ed è caratterizzata da tre fattori allarmanti, ovvero è difficile da identificare, da trattare con successo (quando invade il flusso sanguigno) ed è spesso resistente a una o più classi di farmaci che i medici prescrivono come primo trattamento.
via | Il Messaggero
Foto da Pixabay