Cellulari e tumori, il legame non deve essere sottovalutato
Secondo gli esperti i tumori associati all'uso dei cellulari è raddoppiato e sarebbe meglio non abbassare la guardia
Il legame tra cellulari e tumori è più stretto di quanto si pensasse e giustifica la classificazione dei telefonini come agenti cancerogeni più potenti rispetto a quanto fatto fino ad oggi. A sostenerlo sono gli esperti riunitisi durante il convegno romano “Campi elettromagnetici e salute: c’è il rischio di un disastro ambientale con il decreto crescita?”, organizzato dall’International Commission for Electromagnetic Safety (Icems) insieme all’Università Roma Tre, all’Università della Tuscia e all’Associazione malattie da intossicazione cronica e ambientale.
Secondo Livio Giuliani, portavoce dell’Icems,
studi internazionali hanno dimostrato un aumento anche del 200 per cento dei casi di tumore alla testa e in particolare al cervello, come il glioma, legato all’esposizione alle microonde del telefonino.
In totale, gli studi analizzati dall’Icems sono 15. Tuttavia, altre ricerche pubblicate in passato hanno portato a conclusioni opposte, scagionando i telefonini dall’accusa di nuocere gravemente alla salute. Qual è la verità?
Secondo gli scienziati gli studi che hanno rilevato pochi rischi sono stati spesso sovvenzionati dalle industrie produttrici di telefoni. Al contrario, sarebbero stati gli studi indipendenti a svelare i pericoli dell’uso del cellulare.
Nonostante questi dati e una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito il diritto a ricevere una pensione d’invalidità di un ex-manager che, a causa dell’uso eccessivo del telefonino per motivi di lavoro, ha subito danni permanenti all’udito, il Decreto Sviluppo attualmente all’esame del Senato vorrebbe aumentare la durata delle rilevazioni dei campi elettromagnetici a 24 ore, contro i 6 minuti attuali.
Esperti e associazioni hanno però sottolineato che
la misurazione se spalmata nelle 24 ore permetterà una tolleranza di picchi diurni quando è maggiore il numero di utenti attivi, fino a 18-20 volt per metro, cioè anche tre volte superiori a quelli attuali.
In altre parole, si correrebbe il rischio di sottovalutare l’esposizione reale alle onde elettromagnetiche.
Al di là dei metodi di valutazione dell’inquinamento elettromagnetico, la sentenza della Corte di Cassazione dovrebbe prima di tutto insegnarci una cosa: come in tante altre circostanze, anche quando si usano i cellulari è meglio non esagerare, anche perché, tumori a parte, l’uso eccessivo compromette la salute anche in altri modi.