Chi si sente minacciato dai vegetariani reagisce preoccupandosi meno degli animali?
Se le persone percepiscono il vegetarianesimo come una minaccia per il loro stile di vita, è più probabile che si disinteressino delle sorti di alcuni animali. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
Se le persone percepiscono il vegetarianesimo come una minaccia per il loro stile di vita, è più probabile che si disinteressino delle sorti di alcuni animali. A suggerirlo è uno studio condotto dai membri della University of Kent e della Brock University in Canada, i quali hanno esaminato l’impatto delle convinzioni della supremazia umana e della “minaccia” del vegetarianismo, sul fatto che le persone provino preoccupazione e compassione per gli animali, da quelli normalmente considerati come “animali domestici”, come cani e gatti, agli animali selvatici, fino a quelli da allevamento, come maiali e mucche.
L’obbligo morale nei confronti degli animali varia ampiamente in base al modo in cui un animale viene percepito, al suo ruolo funzionale nella società e alla sua relazione con gli esseri umani. La grande maggioranza degli intervistati (90%) si sentiva moralmente obbligata a mostrare preoccupazione per il benessere dei cani (o in generale degli animali da compagnia), ma solo il 51% sentiva di dover fare lo stesso per i maiali, in quanto intesi come “animali da cibo”.
I risultati hanno dimostrato che la tendenza a credere al concetto di supremazia della razza umana, e quella a sentirsi minacciati dal vegetarianismo, sono state collegate all’inclusione di un minor numero di animali nelle cerchie di quelli per cui avere delle preoccupazioni morali.
Gli effetti della “minaccia” rappresentata dal vegetarismo erano particolarmente specifici, e sono emersi solo per alcune categorie di animali. Sentire minacciato il proprio stile di vita portava infatti a una minore inclusione morale degli “animali da cibo”, ma non degli animali da compagnia.
via | ScienceDaily
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