Co-sleeping: cos’è, benefici e quando smettere
Il co-sleeping è l'abitudine di dormire nello stesso lettone matrimoniale con i bambini, appena nati o più grandi. Esistono anche delle cullette pensate appositamente per permettere questa convivenza notturna nella stessa camera da letto. Secondo alcuni esperti, i bambini riuscirebbero a sperimentare prima l'autonomia e l'indipendenza, perché si sentono al sicuro crescendo accanto ai genitori.
Si parla spesso di co-sleeping, ma sappiamo esattamente cosa significa? Il termine inglese, tradotto in modo semplice, indica l’abitudine dei neo genitori di dormire insieme ai neonati o ai bambini più grandicelli nello stesso letto, solitamente nel lettone matrimoniale. C’è chi non vede di buon occhio questa pratica, per la paura che in futuro il bimbo non sappia più dormire da solo. Cosa dicono i pediatri in merito? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere: cos’è il co-sleeping, quali i benefici, quali le controindicazioni e quando decidere che è venuto il momento che il piccolo dorma da solo.
Cosa si intende per co-sleeping?
Co-sleeping è il termine che si usa per indicare il dormire insieme. I genitori dormono nello stesso letto con i loro figli o anche vicini, con le classiche culle co-sleeping che garantiscono ai neonati uno spazio tutto loro, ma a stretto contatto con mamma e papà, per una notte sicura. Si tratta dell’abitudine di dormire insieme al bambino: anche nel mondo animale è una consuetudine comune.
L’abitudine si pratica per molti motivi:
- in questo modo il neonato trascorre più tempo possibile a stretto contatto con i genitori
- il neonato può essere consolato o nutrito di notte con più facilità a parte della mamma con il latte materno se allattato al seno (o da entrambi i genitori in caso di allattamento artificiale)
- per i genitori è più comodo non doversi alzare per andare a controllare o tranquillizzare i neonati
Stare vicini alla mamma, nel regno animale, è un istinto di sopravvivenza. Questo comportamento fa parte del “Sistema comportamentale dell’attaccamento” che permette a ogni neonato di crescere.
Quali sono i benefici del co-sleeping
Secondo alcune recenti ricerche scientifiche, i bambini grazie al co-sleeping possono diventare con più sicurezza autonomi e indipendenti. Sia nella scelta di tenere i neonati nel lettone sia con le cullette posizionate proprio di fianco al letto matrimoniale e aperte dal lato verso i genitori, i bambini si sentono più sicuri e pian piano, quando saranno pronti, potrà essere assecondata la loro naturale voglia di indipendenza e di autonomia, con un letto in una camera propria.
Trascurare le richieste di attaccamento e di vicinanza dei neonati, a lungo andare, potrebbe compromettere il corretto sviluppo della sicurezza interiore dei bambini. Al contrario, assecondando la loro volontà di sentirsi al sicuro di fianco alla mamma e al papà, permettiamo ai nostri figli di capire che ci saremo sempre, diventando liberi di sperimentare la loro autonomia.
Quando finire con il co-sleeping?
Quando i bambini sono dei neonati è normale che vogliano stare il più possibile a contatto con mamma e papà. Alcuni studi ci dicono che a 9 mesi l’84% dei bimbi si sveglia almeno una volta di notte. A 2 e a 3 anni notiamo il picco massimo di risvegli, che richiedono l’intervento degli adulti. Averli nel letto accanto a sé, permette ai genitori di tranquillizzarli e tornare subito a dormire.
Di solito tra i 5 e i 10 anni questa necessità inizia pian piano a scomparire. I bambini diventano più autonomi e chiedono la loro indipendenza, imparando in modo “non traumatico” a dormire da soli, nel loro letto, nella loro cameretta.
Non esiste una data di scadenza per il co-sleeping: ogni bambino e ogni famiglia sono una storia a sé. Per ogni dubbio, meglio parlarne con il proprio pediatra.