Coldiretti e Unaprol annunciano l’espansione di 5.000 ettari di olivi in un anno

La recente iniziativa per il rilancio dell’olio d’oliva italiano è stata presentata durante l’inaugurazione del Sol2Expo, tenutosi il 2 marzo 2025 alla Fiera di Verona. Questo evento, organizzato da Coldiretti e Unaprol, ha visto la partecipazione di figure di spicco del settore agroalimentare. Tra i relatori, il presidente di Unaprol, David Granieri, e il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, hanno messo in evidenza le strategie per affrontare le sfide attuali della produzione olivicola.

Obiettivi del piano di rilancio

Il piano prevede l’incremento di cinquemila nuovi ettari di oliveti entro il 2026, con l’intento di potenziare la produzione di olio extravergine di oliva. Un altro aspetto cruciale è l’istituzione di un registro europeo volto a prevenire frodi e a garantire la qualità delle produzioni nazionali. Secondo Coldiretti, la produzione di olio ha subito un drastico calo del 32% nel 2024, principalmente a causa della siccità e della diffusione della Xylella, un batterio che ha colpito gravemente gli oliveti italiani. Questo scenario ha reso ancora più urgente la necessità di un intervento mirato.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta una risorsa fondamentale, con fondi destinati ai contratti di filiera e l’obiettivo di piantare un milione di nuovi olivi. La situazione attuale, in cui tre bottiglie di olio su quattro consumate in Italia provengono dall’estero, sottolinea l’urgenza di ridurre la dipendenza dall’importazione. Inoltre, il fenomeno del dumping di prodotti a basso costo provenienti dall’estero mette a rischio i produttori locali, che si trovano a competere con oli che non rispettano le normative europee in materia di pesticidi e diritti dei lavoratori.

Proposta di un registro telematico unico

Per affrontare il problema delle frodi, Granieri ha proposto la creazione di un Registro Telematico Unico a livello europeo. Questo sistema, già in uso in Italia, consentirebbe di monitorare digitalmente ogni fase della produzione, garantendo così la tracciabilità degli oli d’oliva vergini. La proposta mira a facilitare i controlli e a tutelare la reputazione dell’olio extravergine europeo a livello internazionale. Granieri ha sottolineato che un sistema di tracciabilità efficace non solo aiuterebbe a scoraggiare pratiche illecite, ma promuoverebbe anche acquisti consapevoli da parte dei consumatori.

L’idea di un registro europeo si fonda sull’esperienza italiana, che ha dimostrato come la tracciabilità possa essere un alleato fondamentale per garantire la qualità del prodotto. La creazione di un sistema uniforme in tutta l’Unione Europea potrebbe rappresentare un passo decisivo per il settore olivicolo, contribuendo a rafforzare la fiducia dei consumatori.

Il valore dell’olio d’oliva italiano

L’olio d’oliva occupa un posto di rilievo nel patrimonio agroalimentare italiano, con un patrimonio di 533 varietà di olive, il più vasto al mondo. L’Italia si distingue per il numero di oli extravergini a denominazione, vantando 42 Dop e 8 Igp. Con un consumo pro capite di 8,3 litri all’anno, L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio d’oliva, nonché il secondo produttore ed esportatore, subito dopo la Spagna.

Questa iniziativa di rilancio non solo mira a garantire un prodotto di alta qualità, ma anche a preservare un settore strategico per l’economia italiana. La volontà di Coldiretti e Unaprol di affrontare le sfide attuali attraverso un piano di azione concreto rappresenta un passo importante verso la salvaguardia dell’identità e dell’eccellenza dell’olio Made in Italy.

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Lucia Rossi