Il colera è una grave malattia di origine batterica provocata dal Vibrio cholerae, un batterio Gram negativo. Se è vero che molti di noi conoscono a grandi linee i sintomi del colera, anche solo per averlo studiato a scuola a causa delle epidemie che ha provocato in diverse epoche storiche (e che ancora continua a provocare adesso in aree dove è endemica la malattia), ci sono dei sintomi meno noti a cui prestare attenzione. Ecco perché oggi andremo a vedere quali sono le cause, i sintomi, la diagnosi e la terapia del colera.
Della causa del colera ne abbiamo già accennato prima: è il Vibrio cholerae, un bacillo Gram negativo, mobile, ricurvo, aerobio e capace di produrre un’enterotossina che provoca grave diarrea acquosa. A causa del fatto che questi batteri non invadono le pareti dell’intestino, ecco che nelle feci si troveranno pochissimi leucociti. Di questo agente esistono diversi biotipi: lo 01 è quello responsabile della forma grave, ma ci sono altre varianti che provocano forme o asintomatiche o lievi.
La trasmissione del colera avviene tramite via orale per ingestione di cibi, acqua o frutti di mare contaminati da feci di persone malate o da portatori asintomatici. Molto rara, invece, la trasmissione diretta da persona a persona perché servono dosi elevate di batteri per scatenare l’infezione. Nelle zone dove è endemico (Stati Uniti nella parte del Golfo del Messico, America Centrale, America Meridionale, Africa, Medio Oriente e Asia) tipicamente le epidemie si hanno d’estate, ma in realtà può colpire tutto l’anno. Non c’è predisposizione di sesso o età.
Non tutte le persone si ammalano e non tutte mostrano la medesima gravità dei sintomi. Il periodo di incubazione è rapido, va da 1 a 3 giorni. Nelle forme lievi o subcliniche si può avere solo una leggera diarrea, ma nelle forme gravi la malattia è rapida e letale. I sintomi nelle fasi iniziali sono:
Il problema sono le conseguenze che si innescano a seguito di questa diarrea:
Nei pazienti che sopravvivono, l’eliminazione del Vibrio cholerae attraverso le feci continua per due settimana dopo la fine della diarrea.
Oltre che dai sintomi, la diagnosi avviene tramite esame colturale delle feci. E’ importante fare diagnosi differenziale con altre malattie che provocano sintomi simili come l’E. coli, la Salmonella o anche la Shigella. La terapia, invece, prevede la somministrazione di fluidi per reintegrare quelli persi e correggere la disidratazione, la correzione degli squilibri elettrolitici, farmaci sintomatici e la somministrazione di antibiotici sulla base dell’antibiogramma (utili sono la doxiciclina, la ciprofloxacina, il trimetroprim/sulfametossazolo o anche l’azitromicina e il furazolidone). Esistono anche dei vaccini per il colera.
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