Come convivere con il Coronavirus: la proposta di Roberto Burioni e altri esperti
Roberto Burioni e altri esperti spiegano come sarà possibile convivere con il Coronavirus e riaprire l'Italia.
Si potrà convivere con il Coronavirus? Esiste una ricetta per ripartire in Italia e riaprire pian piano tutto? Il nostro paese è ancora in lockdown, ma bisogna pensare al futuro. Perché al momento va bene rimanere tutti a casa per evitare che il contagio si diffonda ancora di più. Ma bisogna anche pensare ai piani futuri per poter tornare lentamente a vivere, a lavorare, a studiare.
Su Medical Facts Roberto Burioni, insieme ad altri esperti, ha stilato un elenco di consigli per poter aiutare l’Italia a ripartire. Gli esperti sottolineano che questa grande epidemia dovrebbe comportarsi come tutte le altre. Dovrebbe raggiungere un plateau (come numero di nuovi casi e morti), per poi diminuire improvvisamente e rapidamente in qualche settimana. Per questo è bene discutere delle strategie sanitarie a medio-lungo termine per poter limitare i danni dell’emergenza Coronavirus. La strategia a breve termine che si basa su misure di isolamento e distanziamento sociale non può essere sostenuta troppo a lungo.
Gli esperti consigliano di riflettere fin da ora su come uscire dalla fase di isolamento e come garantire la sicurezza di tutti. Il distanziamento sociale e l’isolamento ci stanno proteggendo, insieme alle misure di igiene individuale. Anche l’immunità naturale di una parte della popolazione lo è (sperando che la stagionalità valga anche per questo virus respiratorio). L’immunità naturale è sicuramente l’unico fattore che ci protegge, ma la sua efficacia non è ancora conosciuta e gli studi sono in corso. Anche per quello che riguarda un vaccino per il Coronavirus.
Gli esperti sottolineano che sarebbe opportuno “campionare in modo statisticamente rilevante la popolazione generale nelle varie aree geografiche del Paese, per valutare sia lo stato dell’infezione attiva, tramite tamponi diagnostici (che ricercano il virus nella saliva), che lo stato di immunità della popolazione, tramite analisi sierologiche grazie a test validati per la presenza di anticorpi specifici“. Se il livello di immunità è basso, la migliore strategia per riparire il paese sarà quello di “monitorare a intervalli regolari il possibile ritorno del virus per poter giocare di anticipo“, prevedendo un piano di azione scalabile finalizzato. Se l’immunità naturale sarà alta, il monitoraggio potrà essere focalizzato per valutare le caratteristiche dell’immunità nel tempo.
La proposta per riaprire l’Italia
Per tornare alla vita di sempre andrebbe creata una struttura di monitoraggio e di risposta flessibile, anche per future epidemie (sotto il coordinamento della Protezione Civile, del Ministero della Salute e con il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità). Questa struttura dovrà essere in grado di poter eseguire un alto numero di test virologici e sierologici nella popolazione asintomatica, dovrà avere un sistema di analisi dei dati in tempo quasi reale. Ioltre dovrà essere rafforzata la capacità regionale di sorveglianza epidemiologica con centri perifici di monitoraggio e dovrà essere garantita una risposta veloce e flessibile se il virus dovesse tornare con forme di isolamento, gestione degli infetti e dei contatti, potenziamento delle strutture sanitarie dedicate.
Inoltre è opportuno condividere una strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani nazionali, le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare allarmismi, bufale, fake news.
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