Come gestire le emozioni in ufficio
Quando varchiamo la soglia del nostro ufficio ogni giorno ci portiamo dietro tutte le nostre emozioni, anche quelle legate alla vita privata. Gioia, serenità, ma anche dolore e tristezza nei giorni che non ci sorridono. Inoltre, c’è da considerare che al carico delle emozioni private vanno aggiunte quelle che proviamo come effetto della vita di […]
Quando varchiamo la soglia del nostro ufficio ogni giorno ci portiamo dietro tutte le nostre emozioni, anche quelle legate alla vita privata. Gioia, serenità, ma anche dolore e tristezza nei giorni che non ci sorridono.
Inoltre, c’è da considerare che al carico delle emozioni private vanno aggiunte quelle che proviamo come effetto della vita di relazione in ufficio. Per quanto professionali possiamo essere, le nostre emozioni sono con noi e sta alla nostra razionalità la capacità di gestirle nel modo più consono. In ufficio trascorriamo almeno otto ore e le emozioni che ci portiamo da casa e quelle che riportiamo indietro la sera si influenzano reciprocamente.
Se la nostra giornata di lavoro è stata proficua e piena di soddisfazioni, anche la nostra serata in famiglia sarà piacevole e rilassante. Viceversa, se al mattino arriviamo in ufficio tranquilli, affronteremo il lavoro pieni di energia e spirito positivo, mentre se qualcosa nella nostra vita privata va storto anche l’approccio con il lavoro sarà meno brillante.
Tutto ciò accade inevitabilmente e nonostante la cultura predominante secondo cui un vero professionista deve essere capace di mettere da parte le sue emozioni ed essere razionale. Certamente è importante saper controllare la propria emotività, ma questo non significa reprimerla!
Secondo gli esperti, bisogna ricorrere all’ “emotion management”, cioè alla gestione delle proprie emozioni sulla base di quattro meccanismi: l’intensificazione, ovvero amplificare l’emozione che si prova; la deintensificazione, cioè mostrare in misura minore l’emozione vissuta, come scegliere, ad esempio, di non arrabbiarsi quando in realtà lo si è; c’è poi la neutralizzazione, cioè non dimostrare nulla di ciò che si sta provando, e la dissimulazione, ovvero dimostrare un’altra emozione rispetto a quella provata.
Questi sono i quattro meccanismi principali per gestire le nostre emozioni: non è eliminandole che si ottiene qualcosa, ma solo decidendo consapevolmente in che modo viverle. A noi la scelta di quale meccanismo adottare in base alle caratteristiche della nostra personalità. Ecco qualche consiglio pratico:
- Avere cura di sé. Dormire bene, mangiare bene e fare esercizio fisico.
- Essere consapevoli del modo in cui rabbia e frustrazione incidono su di noi, sia sul corpo che sulla mente
- Nei momenti più difficili, prendersi dieci minuti per fare una passeggiata.
- Sfogarsi con un amico o con un collega in cui si ha fiducia. Condividere la frustrazione e la paura aiutano a calmarsi.
- Chiedersi di cosa si ha paura e andare all’origine dei sentimenti.
- Fare una lista delle cose che non si desiderano provare (ad esempio, essere impreparato su di un progetto).
- Distrarsi anche con giochi o piccoli passatempo.
- Chiedersi sempre qual è il lato positivo anche di una circostanza negativa.
- Compiere un’azione: piuttosto che sentirsi annoiati e frustrati, cercare di trasformare la tensione in un gesto pratico.
- Fare delle scelte: se si vuole che qualcosa cambi, è bene iniziare a farlo. È importante anche comunicare con le persone.
Via | Il benessere in ufficio
Foto | Flickr