Come l’uso di antibiotici negli allevamenti si ripercuote sulla salute umana
E’ appena stato scoperto in Inghilterra un nuovo ceppo di MRSA, il batterio responsabile di infezioni molto difficili da curare e spesso considerato come l’incubo degli ospedali. Quello che rende questa rivelazione ancora più allarmante però è il fatto che questo superbug è stato rilevato nel latte delle mucche inglesi, cosa mai successa in passato. […]
E’ appena stato scoperto in Inghilterra un nuovo ceppo di MRSA, il batterio responsabile di infezioni molto difficili da curare e spesso considerato come l’incubo degli ospedali. Quello che rende questa rivelazione ancora più allarmante però è il fatto che questo superbug è stato rilevato nel latte delle mucche inglesi, cosa mai successa in passato.
Il Dr. Mark Holmes della Cambridge University, responsabile insieme al suo team della scoperta, ha dichiarato in merito che: “I produttori vengono messi incessantemente sotto pressione a livello finanziario dai supermercati, che pretendono il latte a prezzi sempre più bassi. Questo inevitabilmente ha portato ad un maggior impiego di forti antibiotici sul bestiame spesso fisicamente stremato, e di conseguenza, si sono sviluppati dei batteri estremamente resistenti alle cure”.
Il nuovo ceppo è stato rilevato sia nel latte, sia nelle mucche, sia negli esseri umani. L’infezione si può contrarre con il consumo di prodotti non pastorizzati così come tramite il contatto con persone o animali infetti. Gli scienziati inglesi ci hanno tenuto però a sottolineare che il latte e i formaggi pastorizzati sono completamente sicuri.
In Italia, pare che fin ora non sia ancora stato rilevato questo nuovo ceppo di batterio. Il problema degli antibiotici nei prodotti di origine animale però sembra essere un tema scottante anche in qui, tanto da essere il centro di una proposta redatta da poco dal presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.
Un articolo pubblicato sul sito del Parlamento Europeo descrive la situazione in cui ci troviamo al momento, dicendo che in Europa, quasi la metà degli antibiotici prescritti è destinato ad un uso veterinario. Questo succede perchè i farmaci non vengono somministrati agli animali solo a scopo curativo, ma anche per prevenire malattie e stimolarne la crescita. Come descritto nel caso del latte inglese, i residui antibiotici anche qui vanno a finire negli alimenti e favoriscono la resistenza antimicrobica di chi li consuma.
La proposta della commissione per l’Agricoltura raccomanda quindi una maggiore regolamentazione dell’industria ed una campagna di informazione più decisa in merito al problema. Si prevedono più controlli sulla vendita di antibiotici per uso veterinario, più monitoraggio sui livelli di resistenza antimicrobica degli animali e più ricerca sulle alternative all’impiego di antibiotici negli allevamenti.
Via | The Telegraph
Foto | Flickr