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Congiuntivite allergica primaverile: sintomi e cure

Si avvicina la primavera, tempo di pollini, allergie stagionali e congiuntivite allergica. Ecco i principali sintomi e le cure.

Congiuntivite allergica primaverile: sintomi e cure

Ormai lo sappiamo: la primavera per molte persone vuol dire l’arrivo della stagione dei pollini. E’ un periodo critico per chi soffre di allergie stagionali. In particolar modo, la congiuntivite allergica primaverile è un problema in crescita: circa il 25% delle persone che abitano in città soffre di questa patologia. Si tratta di una malattia che può incidere anche pesantemente sulla qualità della vita: chi ne è affetto spesso e volentieri deve rinunciare a fare tutta una serie di attività all’aria aperta per evitare di scatenarne i sintomi. Quindi addio a passeggiate, sport all’aria aperta… Tuttavia imparare a riconoscere i sintomi ci aiuta a indirizzarci verso le cure più adatte da mettere in atto.

Congiuntivite allergica primaverile: sintomi

E’ il dr. Gianenrico Senna, allergologo e responsabile dell’Unità Operativa Dipartimentale presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, a spiegarci quali sono i sintomi della congiuntivite allergica primaverile:

  • prurito oculare
  • arrossamento degli occhi
  • lacrimazione eccessiva (talvolta con secrezione mucosa)
  • rinite (nella maggior parte dei casi si ha una forma congiunta di rinocongiuntivite allergica)
  • edema delle palpebre

E’ importante imparare a riconoscere subito i sintomi della congiuntivite allergica e a non trascurarli perché, altrimenti, tende a diventare una patologia cronica, più difficile da curare.

Congiuntivite allergica primaverile: cure e terapia

Sempre il dr. Gianenrico Senna ci spiega che l’utilizzo di farmaci topici sotto forma di collirio aiuta a placare i sintomi. Un esempio sono i colliri che contengono come principi attivo il ketotifene: bloccano la reazione allergica riducendone i sintomi.

La dr.ssa Pia Alleri, Responsabile della Struttura Dipartimentale Infiammazioni Oculari dell’Ospedale di Rapallo (GE), ci parla poi dell’importanza del controllo dell’infiammazione: “Pur manifestandosi in modo più lieve rispetto ad altre forme di congiuntivite come la cheratocongiuntivite Vernal (che colpisce prevalentemente bambini maschi tra i 6 e gli 8 anni) o la cherato-congiuntivite atopica (associata alla dermatite atopica), anche la rino-congiuntivite allergica costituisce una malattia infiammatoria della superficie oculare e per questo motivo è utile agire a livello locale in modo più rapido possibile. In questo caso i farmaci più indicati sono i colliri antistaminici e anti-degranulazione mastocitaria, meglio ancora se a doppia azione a base di ketotifene, per arrestare sia il prurito che le secrezioni e l’irritazione conseguenti all’esposizione alla luce solare”.

La dottoressa, però, ci ricorda poi che l’uso prolungato di colliri antiallergici può provocare effetti collaterali a carico dell’occhio, a causa dei conservanti contenuti nei colliri multidose. Per questo motivo, spesso, vengono maggiormente prescritti i formati monouso o quelli senza conservanti. E’ fondamentale, poi, evitare diagnosi e terapia fai-da-te.

Molto importante, poi, è non sottovalutare l’idratazione dell’occhio. Sempre la dr.ssa Allegri ci spiega: “Per evitare la secchezza oculare e mantenere l’idratazione del film lacrimale è utile associare alla terapia antistaminica sistemica o locale, l’utilizzo di lacrime artificiali o sostituti lacrimali, valide anche per allontanare l’allergene dalla superficie dell’occhio. Anche in questo caso è importante che siano senza conservanti, per le ragioni spiegate sopra”.

Un esempio di collirio antiallergico a base di ketotifene in confezione multidose, ma senza conservanti potrebbe essere quello creato da Thea Farma, realizzato col sistema ABAK® (senza benzalconio cloruro, utilizzato normalmente come conservante). Questo sistema fa sì che anche senza conservante il collirio rimanga sterile fino a tre mesi dopo l’apertura.

Foto Pixabay

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