Contro l’obesità infantile un’alimentazione sana e stili di vita salutari
Alimentazione sana e stili di vita salutari in famiglia prevengono l'obesità infantile
L’obesità infantile si combatte con un’alimentazione sana e uno stile di vita salutare, che devono essere intrapresi da tutta la famiglia. La salute in età pediatrica e da adulti bisogna coltivarla presto. Secondo i pediatri italiani anche prima della nascita, come ben espresso in occasione della seconda edizione degli Stati Generali della Pediatria, incentrati sul tema della “Nutrizione e salute dal bambino all’adulto”.
L’evento che si è svolto sabato 17 novembre in diverse città italiane, promosso dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), ha portato sul tavolo del dibattito le opinioni e le esperienze di medici, istituzioni, docenti, genitori, rappresentati dell’industria alimentare, media. Tutti insieme per proporre strategie corrette per promuovere stili di vita salutari e un’alimentazione sana. Atteggiamenti che potrebbero prevenire l’insorgenza di alcune patologie invalidanti nell’adulto.
Alberto G. Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria, ha sottolineato che solo con un impegno di tutti gli attori sopra citati si può contrastare quella che lui definisce una vera e propria epidemia di obesità tra i bambini:
L’obesità è diventata un problema di salute pubblica. Non possiamo pensare di fermarla con provvedimenti isolati e frammentari come la tassa sulle bibite gassate e similari. Serve invece un impegno comune tra tutti coloro che si occupano di indirizzi nutrizionali e di stili di vita del bambino, un impegno che parta da quello che sta via via emergendo dalla letteratura scientifica, cioè l’origine nell’infanzia, addirittura nella gravidanza, delle patologie che si sviluppano nella vita adulta. Ecco perché diventa fondamentale la prevenzione in età prescolare, da 0 a 4 anni. Agire sulla nutrizione «pre» e «post» natale, in quel periodo sensibile della vita in cui il bambino matura la capacità di regolare il metabolismo sia a breve sia a lungo termine, è la prima e più efficace arma per prevenire non solo sovrappeso e obesità ma diabete, ipertensione, malattie cardioischemiche, allergie ed osteoporosi.
Se si pensa che nel mondo sono 43 milioni i bambini sotto i cinque anni in sovrappeso, è chiaro che qualcosa va fatto immediatamente, anche perché in Europa i casi si sono triplicati dagli anni Ottanta in poi, con un bambino su cinque che pesa più della media.
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto l’allarme sul fatto che nel Vecchio Continente l’obesità è causa del 2-8% dei costi sanitari e del 10-13% dei decessi. E nel nostro paese più di un milione di bambini è sovrappeso, con 400mila obesi. I rischi per i piccoli e per la loro salute da adulti è alta.
Il buon esempio deve arrivare dagli adulti, anche perché la scelta del cibo da parte dei bambini è determinata da quello che mangiano i genitori. L’educazione alimentare va promossa il prima possibile, come sottolineato da Claudio Maffeis, direttore dell’Unità di Diabetologia, Nutrizione Clinica e Obesità in Età Pediatrica dell’ULSS 20 e dell’Università di Verona:
In particolare, l’allattamento materno nei primi mesi di vita riduce il rischio di obesità in età scolare del 16-28%. Inoltre occorre tener presente che in gravidanza eccessi o carenze nutrizionali, condizioni metaboliche alterate (obesità, diabete, ipertensione) ed età avanzata della madre aumentano il rischio per il nascituro di avere un basso (meno di 2,5 kg) o elevato peso (oltre 4,5 kg) alla nascita rispetto all’età gestazionale: entrambi fattori di rischio per lo sviluppo dell’obesità nelle età successive.
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Via | La Stampa