Coronavirus in Cina, Pregliasco invita a evitare allarmismi eccessivi

Un gruppo di scienziati cinesi ha recentemente condotto una ricerca che ha portato alla scoperta di un nuovo coronavirus presente nei pipistrelli, potenzialmente trasmissibile all’essere umano. Questo virus utilizza lo stesso recettore umano del virus responsabile della pandemia di Covid-19. I risultati di questo studio evidenziano l’importanza di approfondire la ricerca sui virus zoonotici, ovvero quelli in grado di causare malattie in diverse specie animali. A sottolineare questi aspetti è il virologo Fabrizio Pregliasco, che ha commentato lo studio condotto dalla virologa Shi Zhengli, nota per il suo lavoro sui coronavirus dei pipistrelli presso il laboratorio di Wuhan, struttura divenuta famosa a livello globale dopo l’emergere dei primi casi di Covid-19 nella metropoli cinese.

Il contesto della ricerca

La scoperta del nuovo coronavirus è stata annunciata nel 2025 e ha suscitato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. La virologa Shi Zhengli, soprannominata ‘batwoman’, ha guidato questa ricerca, evidenziando la necessità di monitorare i virus presenti negli animali e il loro potenziale impatto sulla salute umana. Pregliasco ha messo in evidenza che, sebbene la scoperta sia interessante, attualmente non ci sono motivi di allarme per la popolazione. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni internazionali si attivino per coordinare gli sforzi di sorveglianza e monitoraggio, al fine di prevenire una possibile diffusione di patogeni a rischio.

La necessità di coordinamento internazionale

Secondo Pregliasco, la questione non riguarda solo il nuovo coronavirus, ma mette in evidenza l’importanza di un approccio globale alla salute pubblica. La collaborazione tra i vari paesi e le organizzazioni sanitarie è cruciale per garantire un monitoraggio efficace delle zoonosi. Le istituzioni devono investire in programmi di sorveglianza epidemiologica e virologica che possano rilevare tempestivamente eventuali minacce. Questo approccio dovrebbe essere basato su dati scientifici e su una continua comunicazione tra scienziati e autorità sanitarie.

Implicazioni per la sanità pubblica

Pregliasco ha sottolineato che queste ricerche non devono spaventare la popolazione, ma piuttosto offrire opportunità per migliorare la preparazione e la risposta a future emergenze sanitarie. La sorveglianza internazionale è fondamentale per identificare virus potenzialmente pericolosi e sviluppare strategie di intervento. La comunità scientifica deve continuare a lavorare su questi temi, affinché si possano definire obiettivi chiari e identificare candidati per ulteriori studi. La salute pubblica dipende dalla capacità di affrontare le sfide poste dai virus zoonotici e dalla preparazione a eventuali nuove epidemie.

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Lucia Rossi