Coronavirus, primo caso in Africa: Egitto conferma la positività di un paziente straniero
Il Coronavirus è arrivato anche in Africa. L'Egitto conferma il primo caso: è un paziente straniero.
Il Coronavirus in Africa ha il suo primo paziente risultato positivo. A confermarlo è l’Egitto: il Ministero della Salute del Cairo riferisce di una persona straniera che è risultata positiva al test del nuovo Coronavirus. Altri dettagli in merito al paziente non sono stati rivelati: le autorità hanno fatto semplicemente sapere che la persona si trova già ricoverata in ospedale in isolamento. È il primo caso per il continente africano.
Il ministro della salute egiziano, come riportato da Arab News, quotidiano in lingua inglese pubblicato in Arabia Saudita, ha già informato l’Organizzazione Mondiale della Sanità e ha aggiunto poi che il paese sta prendendo tutte le misure necessarie per poter scongiurare la diffusione del virus.
L’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con i dati aggiornati alla sera di giovedì 13 febbraio 2020 non riportava di casi confermati del virus Covid-19 in Africa. Ma le parole del ministro della salute egiziano mettono in allarme. Ad AdnKronos Salute, Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), spiega perché questa non è una buona notizia:
Non tanto perché è il primo caso, ma perché significa che il virus si è spostato in un continente debole dal punto di vista della sanità pubblica, della capacità diagnostica e della capacità di risposta.
L’Oms negli ultimi giorni ha tentato di rendere più forti le capacità di gestione del virus nel Continente Nero. Sicuramente la “bella notizia” è che il primo caso sia in Egitto, un paese che non si può definire fragile come altri africani, dove gestire ulteriori casi potrebbe non essere facile. Ma la situazione deve essere tenuta sotto costante controllo. Come sottolineato dall’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) bisogna capire con chi ha avuto contatti questa persona, da dove arriva e dove è stato, per poter effettuare tutte le indagini del caso.
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