Gli acidi biliari sono un prodotto derivato dalla demolizione delle molecole di colesterolo ad opera del fegato. Tali acidi biliari primari, chiamati colico e chenodesossicolico, confluiscono poi nella cistifellea (o colecisti, piccolo organo a forma di sacchetto posto tra fegato, pancreas e duodeno) dove divengono il principale costituente della bile.
Nella bile tali acidi, che diventano “sali”, vengono definiti coniugati perché si legano ad aminoacidi come la glicina e la taurina e per tale ragione prendono il nome di acido glicocolico, taurocolico, glicodesossicolico, taurodesossicolico.
Ci sono, poi, altri acidi biliari detti secondari, che vengono prodotti a livello intestinale per azione della flora batterica sugli acidi che arrivano dalla cistifellea. Gli acidi e i sali biliari, come facilmente intuibile dal nome, sono sostanze sintetizzate dal corpo per promuovere e completare il processo metabolico, soprattutto intervengono nella digestione dei lipidi, che provvedono a scindere in sostanze più semplici.
In un organismo sano gli acidi biliari vengono riassorbiti dal fegato e dall’intestino, o eliminati attraverso le feci, ma qualche volta non riescono ad essere correttamente smaltiti dal corpo e la loro concentrazione ematica aumenta. Tra le cause principali del fenomeno ci possono essere:
Tra i sintomi di una disfunzione epato-biliare con aumento della concentrazione degli acidi e di sali si riscontrano prurito diffuso, ittero (colorazione giallastra della pelle), urine scure e feci chiare dall’aspetto simile a creta. I valori di riferimento normali sono i seguenti:
Il test per la rilevazione dei valori degli acidi biliari totali presenti nel siero del sangue si esegue dopo un digiuno di 8 ore (nelle quali si può bere poca acqua), e in posizione eretta (da tenere per almeno mezzora prima del prelievo).
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