Cos’è il Listeria monocytogenes: i limiti di legge, i sintomi e la terapia
Tutto sul Listeria monocytogenes: sintomi, terapia e limiti di legge.
Il Listeria monocytogenes è il batterio che causa la listeriosi, provocata dall’ingestione di cibo contaminato: la tossinfezione alimentare è rara, ma si può manifestare con sintomi anche molto gravi e con tassi di mortalità alti soprattutto nei soggetti più fragili. Listeria monocytogenes è un batterio Gram positivo e fa parte dell’ordine Bacillales, che include anche i generi Bacillus e Staphylococcus, del phylum Firmicutes. Il batterio si trova comunemente nel suolo, nella vegetazione, nell’acqua e nelle feci di diverse specie.
Gli alimenti più spesso associati all’infezione sono pesce, carne, verdure crude, latte non pastorizzato, latticini come burro o formaggi molli, cibi trasformati e preparati, carni fredde, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicati. La listeriosi fa parte di quel gruppo di malattie per le quali negli USA e in Europa sono state previste reti di vigilanza con obbligo di denuncia: esiste anche una normativa sui limite di legge previsti per chi lavora nella preparazione del cibo.
In Europa la listeriosi colpisce 0.4 persone ogni 100mila abitanti. I tassi di ospedalizzazione e di mortalità invece sono alti: 91.6% di ricoveri e 17% di mortalità. I sintomi della listeria sono diversi: ci sono pazienti che non manifestano alcun segno, mentre in altri casi notiamo gastroenterite acuta febbrile, febbre, fatica, dolori. Nei pazienti immuno-compromessi e negli anziani notiamo meningiti, encefaliti, setticemie.
Le manifestazioni cliniche solitamente sono trattabili con antibiotici: l’incubazione è di tre settimane in media, ma può arrivare anche a 70 giorni.
Via | ISS