Cos’è il trauma cranico, i sintomi e la terapia
L'incidente sulle piste da sci che ha coinvolto Michael Schumacher riporta alla ribalta delle cronache il trauma cranico. Ecco esattamente di cosa si tratta
Il trauma cranico è una condizione clinica in cui il cervello soffre a causa di una forza meccanica esterna. A causarlo possono essere cadute, incidenti stradali, percosse, traumi sportivi o esplosioni.
Quando si tratta di un problema lieve può causare malfunzionamenti temporanei del cervello, ma traumi cranici più seri possono portare a ematomi, lacerazioni dei tessuti e altri danni fisici al cervello che possono avere conseguenze a lungo termine e, nei casi più gravi, al decesso.
L’entità dei danni dipende da diversi fattori, incluse la causa del trauma e la forza dell’impatto. Il cervello può infatti essere danneggiato solo nella parte immediatamente al di sotto del punto di impatto sulla scatola cranica, ma quando il colpo è molto forte i danni possono estendersi anche ad altre aree a causa dei movimenti di rimbalzo del cervello all’interno del cranio. Forti sobbalzi o rotazioni possono anche portare a strappi nelle strutture cellulari e quando dei corpi estranei, come un proiettile, penetrano all’interno della testa è possibile che creino danni irreversibili ai tessuti cerebrali, ai vasi sanguigni e alle strutture protettivi che si trovano intorno al cervello.
I sintomi dipendono dall’entità del trauma cranico. Casi lievi si manifestano con perdite di coscienza per pochi secondi o, al massimo, minuti. A volte non c’è perdita di coscienza e il trauma causa solo uno stato confusionale e di disorientamento. Altri problemi sono problemi di memoria o di concentrazione, mal di testa, vertigini o problemi di equilibrio, nausea o vomito, problemi sensoriali, come vista offuscata, ronzii nelle orecchie o un cattivo sapore in bocca, sensibilità alla luce o ai suoni, cambiamenti d’umore, ansia e depressione, affaticamento, sonnolenza e disturbi del sonno.
In caso di traumi più seri a questi sintomi possono aggiungersi una perdita di coscienza più prolungata, un profondo stato di confusione, agitazione, aggressività e comportamenti insoliti, problemi del linguaggio, difficoltà a risvegliarsi, debolezza o sensazione di intorpidimento alle dita di piedi e mani, perdita delle capacità di coordinazione, mal di testa persistente io che tende ad aggravarsi, vomito e nausea ripetuti, convulsioni, dilatazione delle pupille e perdita di fluidi dal naso e dalle orecchie.
Nei bambini è possibile riconoscere il trauma cranico da cambiamenti nell’appetito del piccolo, pianto persistente, irritabilità, cambiamenti nell’attenzione e nel sonno, tristezza e perdita di interesse nei confronti dei giocattoli o delle attività preferite.
In presenza di questi sintomi è importante rivolgersi a un medico. Se grave, infatti, il trauma cranico può portare al coma o ad uno stato vegetativo, accumulo di fluidi nel cervello, meningiti, ictus e altri problemi vascolari, danni ai nervi con conseguenti paralisi, problemi cognitivi e di comunicazione, cambiamenti nei comportamenti e nell’emotività e disturbi neurodegenerativi.
In genere traumi cranici lievi non richiedono altri trattamenti se non quelli con antidolorifici per ridurre il mal di testa. Negli altri casi è importante limitare le possibili complicazioni. Per questo i medici potrebbero prescrivere diuretici o antiepilettici o scegliere di indurre uno stato di coma farmacologico per ridurre il fabbisogno di ossigeno di un cervello i cui vasi sanguigni faticano ad apportare le quantità di sangue necessarie al cervello.
In alcuni casi possono essere necessari interventi chirurgici di emergenza per minimizzare i danni ai tessuti, ad esempio per rimuovere degli ematomi, riparare fratture craniche o ridurre la pressione all’interno della scatola cranica.
In caso di danni significatici potrebbe essere necessaria una riabilitazione. Fisiatria, terapia occupazionale, fisoterapia, logopedia e altre terapie specifiche possono aiutare a recuperare funzioni di base danneggiate dal trauma e di migliorare la qualità della vita quotidiana.
Via | Mayo Clinic