Cos’è l’agopuntura, come funziona e quali sono i benefici
Spesso usata contro il dolore, in realtà ha anche altre applicazioni. Ecco i principi dell'agopuntura e quando può essere utile
Fra i primi esempi che possono balzare alla mente quando si parla di medicine alternative e di cure tradizionali cinesi è sicuramente inclusa l’agopuntura. Conosciuta ormai in moltissimi paesi occidentali, in alcuni ha raggiunto livelli di diffusione da record. In Francia, ad esempio, una persona su 5 ha provato almeno una volta nella vita a sfruttare i suoi benefici, mentre negli Stati Uniti sono più di 3 milioni di persone ad affidarsi a questa antica pratica della medicina cinese. Ma come funziona esattamente? E quali sono i suoi effetti?
L’agopuntura sfrutta gli aghi per stimolare specifici punti dell’organismo in modo da liberare il flusso dell’energia vitale (il cosiddetto Chi). Secondo la scienza ufficiale questa stimolazione corrisponde al rilascio da parte dell’organismo di endorfine, molecole che agiscono come antidolorifici naturali. Non solo, l’agopuntura potrebbe anche stimolare il flusso del sangue influenzando, così, il funzionamento del cervello e di altri organi.
Gli aghi utilizzati sono molto sottili e la maggior parte delle persone non avverte dolore durante le sedute, anzi. In molti casi la sensazione riportata dopo un trattamento è di rilassamento o di rinnovamento delle energie.
Quando scegliere l’agopuntura?
Uno dei motivi principali per cui si finisce col rivolgersi a un agopuntore è per sfruttare i declamati benefici di questa tecnica contro il dolore. Utilizzata da sola o in combinazione con l’uso di antidolorifici o di altri trattamenti, ad esempio fisioterapici, può aiutare a ridurre i sintomi dolorosi, limitare l’uso dei farmaci e migliorare la qualità di chi convive con il dolore cronico.
Fra i disturbi dolorosi che vengono comunemente trattati con l’agopuntura sono inclusi il mal di schiena localizzato nell’area lombare, soprattutto se di tipo cronico, l’emicrania e le cefalee tensive, la fibromialgia, l’artrosi, la sindrome del tunnel carpale, il dolore al collo, dolori muscolari, dolori mestruali e il mal di denti. Gli studi scientifici sull’efficacia di queste applicazioni hanno spesso dato risultati contrastanti, ma non mancano le persone secondo cui l’agopuntura sarebbe associata a reali benefici in termini di riduzione del dolore.
Le applicazioni dell’agopuntura vanno però oltre. Alcuni studi hanno dimostrato che si tratta di un metodo efficace per ridurre la nausea. Per questo, e per la sua presunta efficacia antidolorifica, questa pratica cinese viene utilizzata anche dai pazienti oncologici che devono affrontare disturbi di questo tipo, sia quando a causarli è la malattia, sia quando sono effetti collaterali della chemioterapia.
L’agopuntura è usata inoltre per smettere di fumare, per combattere l’insonnia e per contrastare affaticamento, depressione, allergie e acufeni. Alcune donne dichiarano anche di essere riuscite a concepire proprio grazie all’agopuntura. In tutti questi casi le prove della reale efficacia non sono ancora arrivate. A volte il vero beneficio potrebbe essere la riduzione dello stress permessa da questa pratica.
Gli scettici, però, parlano di effetto placebo. Se così fosse, la domanda principale sarebbe un’altra: se positivo, un effetto placebo non è pur sempre un beneficio auspicabile? Difficile trovare una risposta scientifica a questa domanda. Certo, in assenza di prove di effetti negativi la cosa migliore che si possa fare è di affidarsi all’agopuntura solo se si è certi di mettersi nelle mani di un professionista che garantisca gli standard igienici necessari per evitare che l’uso degli aghi porti ad infezioni.
Attenzione, poi, nel caso in cui si soffre di problemi che portano a emorragie, se si assumono anticoagulanti e, nel caso in cui ci si sottoponga a tipi particolari di agopuntura che prevedono l’uso di una stimolazione elettrica, se si è portatori di pacemaker o altri dispositivi elettronici. E per evitare ogni rischio anche durante la gravidanza è sempre meglio chiedere un consiglio al proprio medico.
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Via | WebMD