Cos’è l’angioplastica, le indicazioni e i rischi
A che cosa serve l'angioplastica coronarica e che cos'è in pratica? Ecco qual è la procedura, quando viene consigliato di eseguirla e quali sono i possibili rischi e le controindicazioni.
L’angioplastica coronarica è una procedura che viene eseguita, insieme alla coronografia, nei casi di infarto: è una tecnica che permette di riaprire l’arteria tramite mezzi meccanici, con un’invasività decisamente minore rispetto ai by-pass, che vengono comunque applicati in caso di situazione grave. Grazie all’angioplastica l’arteria che si è occlusa può essere riallargata nel luovo dove si è ristretta in maniera semplice e molto efficace.
Il paziente, che dopo questo piccolo intervento deve rimanere ricoverato per un breve periodo di osservazione e che deve effettuare a distanza di tempo dei controlli in ambulatorio, viene sottoposto a questa procedura in caso di infarto, per allargare l’arteria che si sta chiudendo e che ha provocato l’infarto: viene inserito un filo guida sul quale viene fatto avanzare un catetere con un palloncino in punta. Arrivati al punto in cui l’arteria si restringe, il palloncino viene gonfiato, aumentando così il diametro del vaso e permettendo al flusso di sangue di riprendere la sua normale “corsa”. Può essere applicato uno stent, un dispositivo in acciaio che permette di ridurre una nuova formazione di restringimenti in quel particolare punto della vena.
L’intervento non richiede alcuna incisione o taglio, non richiede l’anestesia generale e i tempi di guarigione sono decisamente più brevi rispetto ad un intervento di by pass. Viene usato come terapia d’urgenza in caso di infarto, essendo il modo più veloce per poter riaprire le arterie ostruite. Non è una soluzione “definitiva”, dal momento che l’arteria correrà comunque il rischio di richiudersi, per questo spesso si usano gli stent.
Si tratta di un intervento molto comune, ma non privo di rischi: di solito le complicazioni insorgono nelle persone con più di 75 anni, che soffrono di malattie renali o di diabete, nei pazienti con insufficienza cardiaca o con patologie cardiache molto gravi. Inoltre è bene sapere che a livello degli stent si possono formare dei trombi che, a loro volta, possono causare un infarto.
Foto | da Flickr di denn
Via | OspedaleSanRaffaele
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