Covid-19, la sindrome di Down aumenta la mortalità per i pazienti
Le persone con la sindrome di Down corrono un rischio di mortalità maggiore a causa del Covid-19 rispetto a chi non è affetto da questa malattia.
Le persone con la sindrome di Down presentano una mortalità per Covid-19, 10 volte maggiore rispetto alle persone che non sono affette da questa sindrome. Per questa ragione questa fascia di persone dovrebbe avere la priorità quando finalmente sarà creato il vaccino contro il coronavirus.
A parlare di questo argomento sono stati i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università Cattolica di Roma, in uno studio pubblicato sulle pagine dell’American Journal of Medical Genetics condotto su un campione di 3.438 grafici, elaborati dall’Iss da febbraio a giugno 2020.
Grazie allo studio, gli autori hanno osservato che i pazienti con la sindrome di Down sono maggiormente suscettibili alle conseguenze del Covid. In particolar modo si è osservato che nei pazienti con tale sindrome, la mortalità per Covid-19 interesserebbe persone più giovani rispetto a quella registrata nei pazienti senza la Sindrome di Down. Inoltre, una volta entrato in contatto con il virus, chi è affetto da questa malattia, tende a sviluppare maggiori complicanze non respiratorie come la sepsi.
Gli autori dello studio sottolineano che i pazienti con la sindrome di Down tendono maggiormente a sviluppare infezioni e vanno incontro a un invecchiamento precoce di organi e sistemi. Inoltre, spiegano gli esperti:
presentano spesso diverse anomalie anatomiche delle vie aeree superiori che aumentano la probabilità di ostruzione, una condizione che può predisporre all’ipertensione polmonare. Le persone con sindrome di Down rientrano dunque nella fascia di popolazione per cui l’accesso al vaccino per Sars-Cov-2 dovrà essere prioritario, nel momento in cui esso sarà finalmente disponibile.
via | Il Messaggero
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