Cuore, i consigli dei cardiologi per un’estate sicura
Ecco qualche consiglio per proteggere il nostro cuore dal caldo estivo
Le alte temperature possono mettere a dura prova la nostra salute. Per questo motivo la Società italiana di cardiologia (Sic), in queste giornate di caldo afoso, ha elaborato una serie di consigli per proteggere il nostro cuore. Come ricorda il presidente Francesco Romeo:
“Questa situazione climatica così estrema con valori di temperatura e afa molto alti è pericolosa per i soggetti a rischio, soprattutto anziani e cardiopatici. Sono a rischio perché tale situazione climatica determina una alterazione del sistema circolatorio: c’è una perdita di liquidi ed una vasodilatazione e traspirazione eccessive; ciò può portare ad una disidratazione che può a sua volta portare a insufficienza renale acuta oppure ad una iposodimia, ovvero un basso valore di sodio nel sangue, che si configura poi con danni neurologici importanti”.
- Evitare temperature esterne alte e restare in ambienti ventilati
- Bere molto acqua e mangiare molta frutta che contiene acqua e potassio
- Evitare abiti che impediscano la traspirazione
- Evitare pasti abbondanti.
- Il mare va bene ma nelle prime ore della mattina o in quelle serali.
- Attenzione ai farmaci: il caldo può accentuarne l’effetto e quindi nel periodo estivo potrebbe rendersi necessario cambiare i dosaggi, sempre sotto il controllo dello specialista. E fondamentale è anche conservare i medicinali correttamente, rispettando le temperature indicate sulle confezioni
- I soggetti con ipertensione arteriosa in trattamento durante l’estate devono controllare più spesso la pressione e dovrebbero discutere con il medico l’eventualità di ridurre la terapia. Sempre i pazienti affetti da ipertensione o scompenso cardiaco dovrebbero inoltre evitare gli sbalzi da temperature troppo calde a troppo fredde. Esporsi a lungo al sole per poi tuffarsi in acque fredde può infatti provocare una congestione, soprattutto nei soggetti che prendono farmaci.
- L’aria in montagna è caratterizzata da una ridotta ‘pressione parziale’ d’ossigeno e questo induce il cuore ad un lavoro maggiore, portando alcuni rischi. Per questo è opportuno informare il medico della destinazione scelta, adeguando opportunamente la terapia, evitare le quote troppo alte al di sopra dei 1.500 metri e raggiungere la destinazione in quota progressivamente.