Di Lenarda (UniTs): modifiche all’accesso a Medicina sollevano preoccupazioni

Il rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla modifica delle modalità di accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, nonché in Odontoiatria e protesi dentaria. Durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024-25, tenutasi il 2 ottobre 2024, Di Lenarda ha definito tali cambiamenti come “pericolosi e inattuabili”. Questa cerimonia segna il sesto e ultimo anno del suo mandato, nonché il 101° anniversario dell’ateneo triestino.

Preoccupazioni sul futuro dell’istruzione

Il rettore ha sottolineato la crescente presenza delle università telematiche, descrivendo questa evoluzione come “significativa e patologica”. Secondo Di Lenarda, la proliferazione degli atenei online rappresenta una sfida non solo in termini di competitività e modelli educativi alternativi, ma anche per quanto riguarda l’etica della formazione. Ha messo in guardia contro il fatto che molti di questi istituti sono sostenuti da fondi di investimento, spesso stranieri, il cui obiettivo principale sembra essere il profitto. Di Lenarda ha chiarito che il problema non risiede tanto nello strumento didattico utilizzato, quanto piuttosto nelle modalità di erogazione e negli obiettivi perseguiti.

Legge delega e accesso ai corsi di laurea

In merito alla legge delega che propone l’abolizione dei test d’ingresso per Medicina, Di Lenarda ha affermato che “le leggi vanno sempre rispettate”, ma ha anche espresso la sua profonda contrarietà a questa modifica. Ha definito la proposta come un “provvedimento pericoloso e inattuabile”, avvertendo che potrebbe avere conseguenze negative su altri corsi di laurea. Secondo il rettore, l’idea che ci sia una carenza di medici è fuorviante; piuttosto, il problema risiede nell’attrattività del Sistema Sanitario Regionale. Ha concluso affermando che il numero programmato per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia continuerà a esistere anche dopo questa riforma, e ha messo in dubbio l’efficacia di una graduatoria nazionale basata sui voti ottenuti negli esami del primo semestre.

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Lucia Rossi