Diabete: 2 settimane di sedentarietà possono peggiorare i sintomi
Anche solo due settimane di sedentarietà possono avere un impatto drammatico sulla salute di chi è a rischio di sviluppare il diabete. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
Anche solo due settimane di sedentarietà possono avere un impatto drammatico sulla salute di chi è a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. A suggerirlo è un nuovo studio condotto su un campione di anziani in sovrappeso e a rischio di sviluppare il diabete, dal quale è emerso che non solo un brusco e breve periodo di inattività può accelerare l’insorgenza della malattia e innalzare i livelli di zucchero nel sangue tra i pazienti con pre-diabete, ma anche che alcuni partecipanti allo studio non sono riusciti a riprendersi completamente quando sono tornati alla normale attività fisica, dopo essere stati sedentari per due settimane.
Lo studio è stato pubblicato sul Journals of Gerontology, ed i suoi autori spiegano che si aspettavano certamente di scoprire che i partecipanti sarebbero diventati diabetici, dopo un periodo di sedentarietà, ma sono rimasti sorpresi nel vedere che non tornavano al loro stato di salute iniziale, quando tornavano a svolgere la loro normale attività fisica.
Per la loro ricerca, gli esperti hanno chiesto ai partecipanti di ridurre i loro passi giornalieri a non più di 1000 al giorno (l’equivalente di rimanere a casa a causa, ad esempio, di una malattia). Passi e attività svolti sono stati misurati utilizzando pedometri e monitor di attività specializzati, mentre i ricercatori hanno testato i loro livelli di zucchero nel sangue e hanno prelevato campioni di sangue durante il periodo di due settimane.
I risultati dimostrano che gli anziani che vivono periodi di inattività fisica (ad esempio a causa di malattie, ospedalizzazione e riposo a letto), hanno maggiori probabilità di subire conseguenze dannose per la loro salute generale. Oltre al maggior rischio di sviluppare il diabete, i pazienti registrano infatti anche notevoli riduzioni della massa muscolare e della forza.
via | ScienceDaily
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