Diabete di tipo 1, arriva il microchip per semplificare la diagnosi
Permette di rilevare gli anticorpi responsabili della malattia in pochi minuti e con un investimento minimo
Niente più costosi esami del sangue e lunghe settimane di attesa: presto il diabete di tipo 1 potrebbe essere diagnosticato in pochi minuti utilizzando un microchip e poche gocce di sangue prelevate da un dito. L’unico scoglio che resta da superare è l’approvazione della Food and Drug Administration, l’ente che regola la commercializzazione di farmaci e dispositivi medicali negli Stati Uniti.
Nel diabete di tipo 1 il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule del pancreas, impedendo la produzione dell’insulina necessaria per utilizzare in modo corretto gli zuccheri. Il nuovo microchip, messo a punto dai ricercatori dell’Università di Stanford in uno studio pubblicato su Nature Medicine, permette di rilevare gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario di chi è affetto da questa patologia e di distinguere facilmente i casi di diabete di tipo 1 da quelli di tipo 2, che non sono dovuti all’attività del sistema immunitario. Per farlo sfrutta un metodo per la rilevare la presenza di anticorpi basato sulla fluorescenza che gli autori di questo studio hanno migliorato ricoprendo il vetrino che forma la base del microchip con nanoparticelle d’oro che intensificano il segnale fluorescente.
Con questo nuovo test non ci aspettiamo solo di essere in grado di diagnosticare il diabete più efficientemente e in modo più vasto, ma riusciremo anche a comprendere meglio la malattia – sia la sua storia naturale sia l’impatto di nuove terapie sull’organismo
spiega Brian Feldman, responsabile dello studio.
La validità del sistema è stata confermata utilizzandolo per rilevare la presenza degli anticorpi in pazienti cui era già stato diagnosticato il diabete. Non solo, i ricercatori hanno condotto test anche utilizzando campioni di sangue appartenenti a persone senza diabete.
Ogni microchip, il cui costo di produzione dovrebbe aggirarsi attorno ai 20 dollari, può essere utilizzato più di 15 volte. Quando sarà sul mercato permetterà di far fronte alla necessità di distinguere meglio fra i casi di diabete di tipo 1 e quelli di diabete di tipo 2. Mentre, infatti, in passato il diabete che colpiva in giovane età era essenzialmente quello di tipo 1, oggi l’epidemia di obesità fra i bambini fa sì che diversi casi diagnosticati in giovane età corrispondano a diabete di tipo 2. Non solo, per cause ancora non chiare sono aumentati anche i casi di diabete di tipo 1 diagnosticati in età adulta, e sapere con quale tipo di diabete si ha a che fare è importante per scegliere la terapia più adatta.
Feldman aggiunge anche un altro buon motivo per affidarsi a questo nuovo strumento diagnostico:
C’è una grande probabilità di identificare le persone prima che sviluppino la malattia e prevenire il diabete o le sue complicazioni iniziando più precocemente le terapie. Il vecchio test era proibitivo da questo punto di vista perché era molto costoso e richiedeva molto tempo.
In un futuro non molto lontano il nuovo microchip potrebbe invece permettere di rilevare gli anticorpi prodotti in caso di diabete di tipo 1 in molto meno tempo.
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Via | Stanford Medicine
Foto | Norbert von der Groeben/Stanford University