Diabete, la carenza di vitamina D aumenta il rischio
I livelli di vitamina D giocano un ruolo fondamentale anche per quanto concerne il diabete di tipo 2. Ecco cosa emerge da una nuova ricerca.
Diabete: le persone che presentano dei bassi livelli di vitamina D corrono un rischio maggiore di sviluppare questa malattia, indipendentemente dal loro peso. Sarebbe questo quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, secondo cui esiste un forte collegamento fra i livelli di vitamina D, l’obesità e – appunto – il rischio di diabete. Già in passato la ricerca aveva dimostrato che coloro che presentano livelli più bassi di vitamina D correvano maggiori probabilità di essere obesi, ma il nuovo studio dimostra adesso che tali persone corrono anche un maggior rischio di andare incontro a una condizione di diabete, prediabete e sindrome metabolica.
Per analizzare meglio la questione, gli esperti hanno esaminato un campione di 148 pazienti con diverso peso e Indice di Massa Corporea. Gli autori della ricerca hanno esaminato i livelli di vitamina D dei partecipanti, i quali sono stati classificati in base al loro BMI, ed in base alla presenza o meno di diabete e prediabete o altro disturbo glicemico.
Dalle analisi sarebbe emerso che i soggetti obesi che non presentavano disturbi del metabolismo del glucosio avevano livelli più alti di vitamina D rispetto ai soggetti che soffrivano di diabete. Allo stesso modo, i soggetti magri affetti da diabete o altri disturbi del metabolismo del glucosio, presentavano più bassi livelli di vitamina D.
I nostri risultati indicano che la vitamina D è associata più strettamente con il metabolismo del glucosio rispetto all’obesità,
spiegano dunque gli autori della ricerca, che aggiungono
Lo studio suggerisce che la carenza di vitamina D e l’obesità interagiscono sinergicamente per aumentare il rischio di diabete e di altre malattie metaboliche. Una persona può essere in grado di ridurre tale rischio mantenendo una dieta sana e svolgendo sufficienti attività all’aperto.
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via | Sciencedaily.com