La dieta vegetariana ridurrebbe di 1/3 le morti premature, lo dice Harvard
Da Harvard arriva l'eco di una ricerca che dovrebbe far riflettere sulla qualità della nostra alimentazione
Medicinali o dieta per vivere in salute? È la domanda che sorge spontanea dopo che una ricerca di Harvard sui legami fra alimentazione e incidenza di malattie ha fatto sorgere doverose domande sullo stile di vita di noi occidentali. Domanda che gli stessi ricercatori si sono posti in modo retorico, in stile Matrix: pillola blu o pillola rossa?
Ma andiamo con ordine. Il dott. Walter Willett, professore di epidemiologia e nutrizione presso la Harvard Medical School, insieme al suo team di studiosi, ha analizzato un dato tanto interessante quanto significativo riguardante i decessi nel Regno Unito.
Secondo l’Ufficio per le statistiche nazionali circa il 24% delle morti (cioè 141mila) ogni anno in Gran Bretagna erano prevenibili, in quanto la maggior parte di queste erano dovute al fumo, all’alcool o all’obesità. Tutte condizioni reversibili, partendo dalla dieta.
Parlando alla conferenza di Unite to Cure Four Vatican International nella Città del Vaticano, il dott. Willett ha dichiarato che seguire una dieta senza carne sia il primo passo per diminuire il tasso di mortalità attuale dei paesi occidentali:
[quote layout=”big” cite=”Dr. Walter Willett]Abbiamo fatto alcuni calcoli su quanto possiamo ridurre la mortalità virando verso un una dieta sana, più vegetale, non necessariamente totalmente vegana e siamo arrivati alla conclusione che circa un terzo dei decessi che avvengono ogni anno potrebbero essere prevenuti[/quote]
E ancora, facendo riferimento ai mali del nostro secolo, quali tumori e malattie cardiovascolari:
[quote layout=”big” cite=”Dr. Walter Willett]Una dieta sana è correlata a un minor rischio di quasi tutto ciò che temiamo[/quote]
Lo studio del professor Willett in realtà fa eco ad una serie di altre ricerche mediche autorevoli, che hanno visto molti scienziati contemporanei schierarsi a favore di una dieta priva di sostanze animali, come ha fatto il professor David Jenkins, dell’Università di Toronto, reso noto dai suoi studi sul concetto di indice glicemico.
Secondo Jenkins gli esseri umani farebbero meglio a seguire una dieta simile a quella dei gorilla di pianura che mangiano gambi, foglie e frutti piuttosto che una dieta “paleo” che taglia i carboidrati ma consente la carne.
Il suo team ha recentemente collaborato con il Bronx Zoo di New York e si è recato in Africa centrale per registrare le abitudini alimentari dei gorilla. Quando la stessa dieta è stata ricreata per l’uomo, gli esiti sono stati sorprendenti. I soggetti che l’hanno seguita hanno visto un calo del colesterolo del 35% in sole due settimane. Lo stesso risultato a cui si arriva assumendo statine, quindi farmaci.
Da qui la domanda di incipit: meglio i medicinali o una dieta senza carne per stare bene? A rispondere è il Dottor Neal Barnard, presidente del Comitato per la Medicina Responsabile, che senza tanti giri di parole ha anche affermato che le persone hanno bisogno di “svegliarsi” guardando i benefici per la salute di un regime vegetariano e vegano:
[quote layout=”big” cite=”Dr. Neal Barnard]Penso che le persone immaginino che una dieta sana abbia solo un effetto modesto sulla salute e che una dieta vegetariana possa aiutare solo a perdere un po’ di peso. Invece quando queste diete sono costruite correttamente ritengo che siano enormemente potenti[/quote]
Pillola rossa o pillola blu?
Via | Telegraph
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