Quali sono le differenze tra tac e risonanza?
TAC e risonanza magnetica presentano importanti differenze: entrambi sono esami diagnostici, ma uno si basa sui Raggi X, mentre l'altro sui campi magnetici
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Alcuni esami diagnostici possono generare dubbi e perplessità: molte persone si domandano, ad esempio, quali possano essere le differenze tra TAC e risonanza magnetica che bisogna conoscere. Questi due tipi di esami vengono spesso prescritti con lo scopo di formulare in maniera più dettagliata possibile delle diagnosi, e monitorare diverse condizioni di salute.
Si tratta, in entrambi i casi, di tecniche di diagnostica per immagini e di potenti strumenti utili per individuare numerose condizioni. Sebbene possano sembrare piuttosto simili, però, in realtà le due metodiche sono differenti, ed hanno indicazioni e campi di applicazione che è sempre utile conoscere.
La TAC (Tomografia Computerizzata) è una tecnica di diagnosi non invasiva, che permette di analizzare in modo chiaro qualsiasi parte del corpo, individuando la presenza di possibili tumori e altre patologie.
La risonanza magnetica (RM) è una tecnica di diagnosi diversa rispetto alla TAC. Si tratta anche in questo caso di un esame non invasivo, impiegato soprattutto per analizzare o individuare patologie che interessano strutture interne del corpo, come l’encefalo e la colonna vertebrale, l’addome, le pelvi, la mammella e il sistema muscolo-scheletrico (articolazioni, ossa e tessuti molli).
In questo articolo vedremo a cosa serve la TAC e qual è la scopo della risonanza magnetica, vedremo quando è indicato uno o l’altro esame e quali sono le differenze fra le tue tecniche.
TAC: a cosa serve e quando farla
Con le sigle TAC e TC si indica un esame radiologico di diagnostica per immagini, eseguito mediante il passaggio di Raggi X sulla zona da analizzare (organi, ossa o altri tessuti).
I dati rilevati vengono elaborati attraverso un computer, che fornirà un’immagine tridimensionale e a 360 gradi delle strutture del corpo.
Solitamente, ci si riferisce a questo esame usando l’acronimo TAC, in riferimento alle precedenti tecniche di indagine, che fornivano solamente scansioni perpendicolari alla lunghezza del corpo (Tomografia Assiale Computerizzata).
Oggi, però, i moderni macchinari permettono di ottenere una tomografia computerizzata non più solo assiale, ma tridimensionale (si parla quindi più propriamente di TC – Tomografia Computerizzata) .
A cosa serve la TAC?
Dalla TAC si vedono i tumori? Ed è meglio una TAC o una risonanza per l’addome? La TC viene oggi impiegata in un ampio ventaglio di patologie.
L’esame viene solitamente prescritto da uno specialista con l’obiettivo di individuare e analizzare:
- Patologie neurologiche
- Condizioni osteo-articolari (come fratture delle ossa)
- Condizioni traumatologiche (danni agli organi o emorragie interne)
- Patologie ginecologiche
- Malattie cardiache
- Patologie che interessano l’addome (come quelle epatiche o dell’intestino).
La TC permette anche di studiare dettagliatamente vene e arterie, e di individuare eventuali anomalie che interessano la circolazione sanguigna (coaguli di sangue) o la presenza di alcuni tumori, determinandone la posizione, l’estensione e la forma, sia prima che dopo i trattamenti.
L’esame può essere eseguito con e senza mezzo di contrasto, a seconda delle indicazioni fornite dallo specialista. Il mezzo di contrasto previsto per la TAC consiste in una sostanza a base di iodio iniettata solitamente per endovena.
Come si esegue l’esame?
L’esame non comporta particolare disagio per il paziente. La persona è infatti sdraiata su un tavolo, che verrà fatto scorrere attraverso un anello di scansione (una struttura simile a una grossa ciambella), sul quale ruota il dispositivo che emette i raggi X. I dati verranno poi acquisiti ed elaborati attraverso il computer, che fornirà delle immagini tridimensionali degli organi oggetto di analisi.
La durata dell’esame varia solitamente dai 10 ai 20 minuti. Non si tratta di un esame doloroso o invasivo, fatta eccezione per il fastidio causato dall’iniezione del mezzo di contrasto, che in alcuni casi può determinare una sensazione di calore, un sapore metallico o una sensazione di nausea.
Poiché viene eseguita mediante l’emissione di radiazioni ionizzanti, la TAC è collegata a un potenziale rischio di sviluppare il cancro, soprattutto se la procedura viene eseguita più volte e in tempi ravvicinati.
TAC e PET: differenza
Spesso la TAC viene associata a un altro esame, e cioè la PET (Tomografia a Emissione di Positroni – Positron Emission Tomography). Questa metodica viene impiegata solitamente in ambito oncologico, per individuare in modo precoce i tumori e valutarne lo stadio (stadiazione), la localizzazione e l’estensione, e per valutare gli effetti dei trattamenti antitumorali in atto. La PET trova applicazione anche nel campo della neurologia (ad esempio nella formulazione della diagnosi di Alzheimer e altre forme di demenza) e in cardiologia e ortopedia.
Se la TC e la Risonanza (come vedremo) danno la possibilità di acquisire informazioni di tipo morfologico, la PET fornisce informazioni preziose in merito ai processi funzionali del corpo.
L’esame viene eseguito mediante la somministrazione per via endovenosa di radiofarmaci, sostanze radioattive che emettono particelle note come positroni, che a loro volta consentono di valutare la funzionalità di organi e apparati.
Risonanza magnetica
La Risonanza Magnetica è un altro esame che rientra nella metodologia di diagnostica per immagini (test di imaging). Si tratta di una tecnica in grado di fornire immagini molto accurate, mediante l’impiego di un potente magnete, necessario per far passare le onde radio attraverso il corpo.
La risonanza magnetica (RM o RMI – Magnetic Resonance Imaging), proprio come la TC, trova applicazione in molti ambiti.
A cosa serve?
La risonanza è utile per lo studio e la diagnosi di alcune malattie che una TAC non è in grado di rilevare, come ad esempio alcuni tumori (quelli epatici, alla prostata o i tumori all’utero).
L’esame può essere prescritto anche per monitorare o individuare:
- Condizioni neurologiche (nello studio dell’encefalo e del midollo spinale)
- Condizioni traumatologiche (per individuare lesioni ai tessuti, agli organi o alle articolazioni)
- Tumori
- Condizioni ortopediche
- Disturbi cardiaci
- Patologie gastrointestinali, come infiammazioni o formazioni tumorali.
Può inoltre essere richiesta una RM per lo studio di eventuale ernia del disco, per esaminare accuratamente patologie osteo articolari o condizioni traumatiche e muscolari. Non ci sono limiti ai campi di applicazione di questo esame diagnostico.
In tutti i casi, la RM risulta particolarmente utile per lo studio di organi e aree del corpo che, per la loro particolare localizzazione, in passato richiedevano metodi diagnostici più invasivi (come ad esempio l’endoscopia).
Come si esegue?
Il paziente deve sdraiarsi su un lettino, che verrà poi posizionato all’interno del macchinario, dalla forma di una sorta di grosso tubo. La persona dovrà rimanere immobile per tutta la durata dell’esame (che può andare dai 25 minuti fino a oltre un’ora, a seconda dei casi).
In caso di risonanza magnetica con mezzo di contrasto, prima dell’esame verrà iniettata una sostanza per via endovenosa. A differenza della TAC, in questo caso viene solitamente impiegato il gadolinio, che permette di esaminare in maniera dettagliata organi e tessuti interessati.
Controindicazioni della RM
Se la TC non può essere eseguita con molta frequenza a causa delle radiazioni emesse dalla strumentazione, la risonanza magnetica può invece essere eseguita anche più volte, poiché non espone il paziente al rischio di gravi conseguenze per la salute. Questa è una delle differenze tra TAC e risonanza magnetica degne di nota.
Le controindicazioni di questo esame riguardano tuttavia i pazienti con pacemaker, clips vascolari o cerebrali e neurostimolatori: i campi magnetici prodotti dal magnete e impiegati per la procedura, potrebbero infatti influenzare la funzione di questi apparecchi.
Come nel caso della TAC, bisogna valutare attentamente se eseguire l’esame nelle donne in gravidanza, per le quali la procedura è sconsigliata durante i primi 3 mesi di gestazione. In questo caso, il medico potrebbe consigliare degli esami alternativi.
La risonanza magnetica è controindicata anche per chi ha subito interventi chirurgici e per chi ha (o potrebbe avere) tracce di metalli nel corpo, in quanto i campi magnetici emessi dalla macchina possono causarne lo spostamento o il surriscaldamento.
La risonanza magnetica è dolorosa?
Come nel caso della TAC, anche per la risonanza possiamo affermare che si tratta di un esame non invasivo né doloroso, fatta eccezione per il possibile fastidio o dolore dovuto alla somministrazione del mezzo di contrasto.
Ciononostante, alcune persone possono provare timore all’idea di sottoporsi a questo esame, poiché si svolgerà all’interno di un macchinario che emette forti rumori. Per attenuare il fastidio, vengono fornite cuffie o tappi per le orecchie.
Le persone con problemi di claustrofobia potrebbero inoltre avvertire un certo disagio. Prima dell’esame, informa il medico in merito a eventuali problemi o disagi legati agli spazi chiusi. Se una persona soffre di claustrofobia o ha difficoltà a rimanere immobile per un periodo di tempo prolungato, nei casi in cui sia possibile, lo specialista può prescrivere una TAC anziché la risonanza.
In tutti i casi, il paziente sarà sempre in contatto con l’operatore che eseguirà la risonanza, il quale sarà pronto ad intervenire per qualsivoglia tipo di problema possa presentarsi.
E’ inoltre possibile sottoporsi a TAC e risonanza insieme, nello stesso giorno, qualora ciò dovesse essere necessario.
Le differenze tra Tac e risonanza
Vediamo a questo punto quali sono le differenze tra TAC e risonanza. Sappiamo che in entrambi i casi si tratta di metodologie di imaging che forniscono molte informazioni in merito al nostro stato di salute e alla salute dei nostri organi e tessuti.
Si tratta in entrambi i casi di test non invasivi, utili in molteplici situazioni. Da paziente, non è semplice capire se sia meglio una TAC o una risonanza per un tumore o per lo studio del cranio o del cervello. Il giusto strumento di imaging può infatti portare a diagnosi corrette e più dettagliate, per cui si tratta di una decisione molto importante.
Dovrà essere lo specialista a stabilire quale sia la tecnica di diagnosi più adatta, in base alla situazione specifica.
Che differenza c’è tra la risonanza magnetica e la TAC?
In sintesi, le differenze fra la TAC e la risonanza magnetica possono essere riassunte come segue:
- La TAC è impiegata soprattutto nello studio delle strutture ossee, ma anche nella formulazione della diagnosi di tumore o nell’individuazione di metastasi e nello studio di malattie vascolari. La RM trova applicazione nello studio delle malattie muscoloscheletriche e in un ampio ventaglio di altri campi.
- Per via della quantità di radiazioni emesse, la TAC deve essere eseguita solo se strettamente necessario, specialmente in persone giovani, bambini o donne in gravidanza. La risonanza non prevede l’impiego di radiazioni ionizzanti; essa sfrutta infatti i campi magnetici. Per questo motivo, è possi bile sottoporsi a più risonanze a intervalli di tempo anche ravvicinati.
- Durata dell’esame: la TC richiede generalmente dai 10 ai 20 minuti, mentre una risonanza può durare anche più di un’ora.
- Il tipo di mezzo di contrasto impiegato rappresenta un altro importante distinguo fra i due esami. Nella TC viene impiegato un mezzo di contrasto iodato, mentre la risonanza magnetica richiede l’uso del mezzo di contrasto gadolinio. Questa sostanza può causare delle reazioni allergiche (di lieve entità) solo in casi molto rari. I mezzi di contrasto a base di iodio, invece, possono causare maggiori reazioni avverse, soprattutto nelle persone con insufficienza renale grave o intolleranza al farmaco.
Fonti