Negli ultimi mesi del 2025, le condizioni climatiche hanno mostrato anomalie significative, favorendo la proliferazione di colonie di funghi patogeni, in particolare nei microambienti umidi delle chiome degli alberi. Questo fenomeno ha destato preoccupazione tra gli agricoltori, specialmente nei settori olivicoli.
Negli oliveti monitorati, si è registrata la presenza di ingiallimenti fogliari, prevalentemente localizzati sugli apici vegetativi delle piante. Si sospetta che tali manifestazioni possano derivare da specifiche condizioni ambientali o da squilibri fisiologici, come carenze nutritive, che rendono i tessuti vegetali più vulnerabili alle infezioni fungine.
L’analisi visiva delle foglie ha rivelato i seguenti sintomi:
La diffusione di queste strutture riproduttive può compromettere la fotosintesi e causare la caduta prematura delle foglie, con conseguenze negative sulla produttività della pianta. L’analisi visiva ha rivelato sintomi coerenti con la presenza di Piombatura dell’olivo, anche se è necessaria un’ulteriore conferma attraverso test di laboratorio.
La Piombatura dell’olivo si distingue da altre fitopatie grazie alla caratteristica formazione di una patina grigio-nerastra sulla pagina inferiore delle foglie, causata dalla produzione di conidi e conidiofori del fungo Pseudocercospora cladosporioides. Questi conidi, di colore grigio o grigio-nero, si aggregano in una copertura polverosa, rendendo le foglie facilmente identificabili come infette.
La diffusione dei conidi, favorita da condizioni di alta umidità, permette al fungo di propagarsi rapidamente, infettando altre piante e contribuendo alla diffusione della malattia. A differenza dell’Occhio di pavone (Fusicladium oleagineum), che si presenta con macchie circolari brunastre e margini ben definiti, la Piombatura mostra una distribuzione più uniforme e una colorazione più omogenea della pagina inferiore, associata a defogliazioni più estese, che incidono sulla vitalità della pianta.
Anche gli attacchi lievi di Fumaggine possono essere confusi con la Piombatura dell’olivo, data la presenza di una patina scura sulle foglie. Tuttavia, la Fumaggine si presenta con una patina nerastra superficiale e polverosa, facilmente rimovibile strofinando le foglie. La sua origine è legata alla melata prodotta da insetti succhiatori di linfa, come le cocciniglie, il che rende la loro presenza un indicatore chiave per identificare l’infezione da fumaggine.
Il fungo Mycocentrospora cladosporioides, responsabile della Piombatura dell’olivo, è diffuso in molte regioni olivicole globali. Questo patogeno causa la caduta delle foglie e la parziale defogliazione dei rami, portando a una ridotta crescita dei germogli, diminuzione dell’allegagione e scarsa formazione di boccioli fiorali nell’anno successivo. I sintomi iniziali includono macchie grigie sulla pagina inferiore delle foglie, che appaiono ricoperte da una polvere nera o muffa fuligginosa, mentre la pagina superiore può apparire normale o leggermente decolorata all’inizio.
Le foglie più basali dei rametti, quelle più vecchie, sono le prime a essere colpite, ma l’infezione può estendersi anche ai giovani rametti e ai piccioli delle foglie, manifestandosi con macchie fuliginose. Anche le olive possono essere interessate, e la gravità dell’infezione sulle drupe è correlata a un clima mite e umido nei tre mesi precedenti la raccolta.
La Piombatura si trasmette dalle foglie infette a quelle sane, penetrando attraverso gli stomi e le ferite naturali. In condizioni climatiche favorevoli, il periodo d’incubazione è breve, circa 15-20 giorni, dopo il quale il fungo inizia a produrre conidi, le strutture di disseminazione, e può generare anche sclerozzi, che consentono al fungo di sopravvivere in condizioni avverse e durante l’inverno, o di vivere saprofiticamente sulle foglie cadute.
Per contrastare la Piombatura dell’olivo, è possibile adottare diverse sostanze attive. Tra queste, i prodotti a base di rame sono i più comunemente utilizzati e registrati. Altre sostanze attive possono essere impiegate, anche se i prodotti specificamente registrati per l’olivo sono limitati. Tra queste si segnalano:
– Prodotti rameici: sali di rame come idrossidi, ossicloruri, solfati e poltiglia bordolese, efficaci nel prevenire e controllare le infezioni fungine. Si raccomandano trattamenti nei mesi di febbraio, aprile, fine agosto e fine settembre-ottobre, periodi critici per la sporulazione.
– Dodina: un fungicida sistemico da utilizzare a partire dal mese di aprile.
– Fosfonato di potassio: fungicida sistemico che stimola le difese naturali della pianta, anch’esso da utilizzare da aprile.
– Strobilurine: fungicidi ampiamente usati in agricoltura per il controllo di diverse malattie grazie alla loro efficacia e ampio spettro d’azione.
– Triazoli: utilizzati per controllare un’ampia gamma di patogeni fungini, noti per la loro efficacia a basse dosi e la persistenza d’azione.
Nei disciplinari regionali di produzione integrata per la Piombatura dell’olivo, sono indicati i prodotti rameici da utilizzare nei periodi di maggiore rischio d’infezione, come febbraio, marzo e aprile, e successivamente da fine agosto a ottobre. È fondamentale considerare che i trattamenti contro l’Occhio di pavone dell’olivo sono utili anche per la prevenzione della Piombatura, poiché entrambe le malattie possono essere controllate con prodotti a base di rame.