La dipendenza da smartphone cambia il nostro cervello
I ricercatori tedeschi hanno dimostrato che la dipendenza da smartphone cambia il nostro cervello e altera la normale attività cerebrale.
La dipendenza da smartphone altera il nostro cervello, e non è una delle solite frasi allarmistiche che servono solo a incutere timore, è una verità frutto di una ricerca scientifica. L’utilizzo eccessivo dello smartphone modifica forma e dimensioni del nostro cervello, come accade nei tossicodipendenti che abusano della droga. La tecnologia è diventata parte integrante della nostra vita ma dobbiamo essere noi a porre un freno e a ricavarci dei momenti, delle ore e delle parti della giornata in cui facciamo altro e non stiamo con occhi e mani su uno schermo.
La ricerca è stata fatta da un gruppo di scienziati della Heidelberg University tedesca e poi è stata pubblicata sulla rivista scientifica Addictive Behaviors. I medici, tramite uno scanner per la risonanza magnetica, hanno esaminato il cervello di 48 persone. Di queste 22 avevano una dipendenza da smartphone e 26 invece non avevano nessuna forma di dipendenza. Analizzando i risultati e confrontando le diverse risonanze magnetiche è emerso che chi aveva la dipendenza da smartphone aveva dei chiari segnali di alterazioni.
In alcune zone chiave del cervello la materia grigia aveva un volume ridotto del volume e in generale c’era una minore attività cerebrale, un danno chiaro e misurabile che dovrebbe farci capire che dobbiamo stare attenti. Non sappiamo se questi danni possono rientrare dopo una corretta rieducazione o se sono permanenti, di certo che si continua con la dipendenza possono solo peggiorare.
I ricercatori della Heidelberg University hanno dichiarato: [quote layout=”big” cite=”Ricercatori della Heidelberg University]“Gli individui con dipendenza da smartphone hanno evidenziato un volume più ridotto della materia grigia nell’insula anteriore sinistra e nella corteccia temporale inferiore e paraippocampale. Il concetto di innocuità degli smartphone è da rivedere, perlomeno nei soggetti che potrebbero essere a rischio maggiore di sviluppare comportamenti di dipendenza”.[/quote]
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Via | Corriere