Dipendenza da sostanze: un’app per smartphone può aiutare?
Combattere la dipendenza da sostanze potrebbe essere più semplice, grazie a una nuova App.
Combattere la dipendenza da oppioidi ed altre sostanze potrebbe essere più semplice, grazie a una nuova Applicazione. A suggerirlo sono proprio i creatori della nuova App “Hey, Charlie“, i quali spiegano che quando si soffre di dipendenza da sostanze, le ricadute possono essere previste basandosi sulle persone con le quali si comunica maggiormente (chiamando, mandando messaggi e frequentandole di persona). Un’app per smartphone, ideata dai membri del Massachusetts Institute of Technology, potrebbe però aiutare a monitorare i contatti, la posizione e i comportamenti degli utenti e, usando le informazioni raccolte, potrebbe incoraggiare i pazienti nel momento in cui si trovano insieme a persone a rischio, o quando si trovano vicino a un posto rischioso.
L’app “Hey, Charlie” funziona su più livelli. Al momento del download, saranno richieste alcune informazioni di base su alcuni dei loro contatti, e saranno poste domande che potrebbero rivelarsi utili per il recupero, come ad esempio: “Quante volte questa persona esprime dubbi sulla tua capacità di continuare il processo di recupero?”.
Sono domande oggettive, non soggettive, e non vogliono stigmatizzare nessuno. Non chiedono alla persona in stato di recupero di incriminare qualcuno: cerchiamo di capire cose come, “E’ una persona che sa che stai lottando con il disturbo da abuso di sostanze?”, “È una persona che aumenta i livelli di stress nella tua vita?”
Dopo aver risposto a queste domande, gli utenti possono condurre normalmente la loro vita, mentre l’app monitorerà i luoghi frequentati e le persone con le quali comunica più spesso. Qualora il soggetto dovesse trovarsi in una zona a rischio, o dovesse parlare con più frequenza con persone che potrebbero scatenare delle ricadute, l’app invierà una notifica per incoraggiare il paziente, ricordandogli che può farcela, può resistere alla tentazione di assumere sostanze illecite.
Ciò che otteniamo sono dati di comunicazione in forma anomina, quindi potremmo sapere che un utente sta parlando con cinque persone rischiose, ma non abbiamo idea di chi siano quelle persone, di quali siano i loro numeri di telefono o altro. Quello che è importante è il volume della comunicazione con le persone.
L’app è stata già testata su un campione di 24 persone, le quali si sono dette sorprese dei suoi effetti benefici, ed hanno affermato che l’avrebbero usata anche in futuro.
via | MedicalXpress
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