Disturbi alimentari: Giornata Fiocchetto Lilla segnala raddoppio dei casi tra bambini di 8 anni

La situazione dei disturbi del comportamento alimentare tra i giovani in Italia è allarmante e richiede attenzione immediata. Il 15 marzo 2025, in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha lanciato un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno in crescita che coinvolge sempre più ragazzi. Maria Cristina Pisani, presidente del CNG, ha sottolineato che negli ultimi tre anni i casi di disturbi alimentari tra i giovani sono raddoppiati, con un abbassamento dell’età media di insorgenza, che ora colpisce anche bambini di soli 8-9 anni. I disturbi come l’anoressia e la bulimia sono diventati la seconda causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali.

dati preoccupanti sui disturbi alimentari

In Italia, circa 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, corrispondenti al 6% della popolazione. Tra queste, il 90% sono donne, ma si registra un aumento significativo anche tra gli uomini, in particolare nella fascia di età 12-17 anni, dove rappresentano il 20% dei casi. L’età di esordio di questi disturbi si è abbassata, con un incremento dei casi tra bambini di 8-9 anni. Questo fenomeno è attribuibile sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine sia all’influenza dei social network, che espongono i giovani a modelli di bellezza irraggiungibili.

l’impatto della pandemia sulle diagnosi

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sull’incidenza dei disturbi alimentari, con un aumento del 30% dei nuovi casi, in particolare tra i giovanissimi. Laura Dalla Ragione, psichiatra e direttore del centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria, ha spiegato che durante il periodo di isolamento, i giovani hanno sperimentato un aumento dei disturbi a causa della chiusura delle scuole e della mancanza di interazioni sociali. La permanenza forzata a casa ha generato ansie e paure legate al futuro, aggravando ulteriormente la situazione.

segnali da non sottovalutare

I genitori devono prestare attenzione a segnali che possono indicare un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione. Tra questi, i ragazzi possono mangiare di nascosto, mostrare cambiamenti nelle abitudini alimentari, saltare pasti, mostrare maniacalità nella preparazione del cibo o chiudersi in bagno dopo i pasti. Altri segnali includono fluttuazioni dell’umore e alterazioni del sonno, oltre a un aumento dell’attività fisica. Secondo i dati del Ministero della Salute, oltre tre milioni di italiani soffrono di disturbi alimentari, con un incremento del numero di casi stimato tra il 30% e il 35% a causa della pandemia.

l’importanza di un approccio integrato alla cura

Il trattamento dei disturbi alimentari deve essere multidisciplinare, considerando la persona nella sua totalità piuttosto che concentrarsi solo sui sintomi. Laura Dalla Ragione ha affermato che, se intercettati precocemente, alcuni casi possono essere trattati con un intervento ambulatoriale specializzato. Tuttavia, per altri casi può essere necessario un trattamento semi-residenziale o residenziale. I centri di Todi, attivi dal 2003, adottano un approccio olistico, coinvolgendo professionisti come medici, nutrizionisti, psicologi e educatori per affrontare la problematica in modo globale.

centri di cura in italia: un aumento significativo

Attualmente, 214 centri di cura e associazioni in Italia si occupano di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità. Questo numero rappresenta un incremento di 34 strutture rispetto all’ottobre 2024. La mappatura, coordinata dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping, mostra che esistono 132 centri del Servizio Sanitario Nazionale, 32 del privato accreditato e 50 associazioni. La distribuzione territoriale evidenzia 79 centri al Nord, 34 al Centro e 51 tra Sud e Isole. La maggior parte dei centri è in grado di accogliere persone dai 13 ai 45 anni, ma molti affermano di poter trattare anche bambini di 6 anni o meno.

Le équipe di lavoro all’interno di questi centri sono composte da diverse figure professionali, tra cui psicologi e medici specialisti. Meno della metà dei centri dispone di posti letto dedicati esclusivamente ai disturbi alimentari, mentre la maggior parte offre monitoraggio psichico, fisico e nutrizionale, interventi psicoterapeutici e attività ricreative.

Published by
Lucia Rossi