Il disturbo da dismorfismo corporeo è una grave condizione psicologica che colpisce molte persone e che rientra nella categoria dei disturbi ossessivo compulsivi e altri disturbi correlati: provoca una preoccupazione eccessiva e distorta per la propria immagine fisica tanto da influenzare, di fatto, la vita dell’individuo che ne è affetto. Come capire se si soffre di dismorfismo? E chi lo cura? In questo articolo ci preoccupiamo di approfondire quali sono le caratteristiche di questa condizione e come affrontarla per ritrovare il proprio benessere psico-fisico.
Secondo i dati emersi dalla ricerca epidemiologica, il disturbo di dismorfismo corporeo colpisce circa il 1,7-2,5% della popolazione generale e il 10-15 dei pazienti dermatologici o che si sottopongono alla chirurgia estetica. Conosciuto anche come dismorfofobia (termine che proviene dal greco antico dis –morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore), è a tutti gli effetti un disturbo psichiatrico inserito nel capitolo dei disturbi ossessivo compulsivi.
Tale disturbo comporta una serie di sintomi ben precisi, a cominciare dalla profonda preoccupazione per uno o più difetti percepiti che riguardano il proprio aspetto fisico, che però non sono riscontrabili nella realtà, o se lo sono, non sono gravi come il soggetto tenderebbe a pensare. Le persone che ne sono affette, infatti, tendono a focalizzarsi in modo eccessivo su presunti difetti o imperfezioni del proprio aspetto, che spesso sono impercettibili o inesistenti agli occhi degli altri. Il disformismo può risultare molto invalidante, interferendo con la qualità della vita della persona e causando alti livelli di ansia, depressione e disagio. Le persone con dismorfismo corporeo tendono ad evitare situazioni sociali, ad isolarsi e ad avere difficoltà a portare avanti le normali attività quotidiane.
Esiste una malattia che può generare confusione il cui nome è sindrome da dismorfismi (e non disformismi, badate bene) facciali che comporta ritardo dello sviluppo, anomalie del comportamento e, tra l’altro, dismorfismi facciali che possono consistere nella sinofria (fusione delle sopraciglia sulla radice del naso), nelle sopracciglia folte, occhi infossati, punta del naso globosa e guance paffute. Si tratta naturalmente di due patologie totalmente diverse per natura e sintomatologia.
Allo stesso modo di cui sopra, non bisogna fare confusione con il dismorfismo osseo. Quest’ultimo è una reale alterazione morfologica cronicizzata a carico dello scheletro (un esempio di disformismo della colonna vertebrale è la scoliosi). I dismorfismi ossei causano modificazioni strutturali della normale morfologia corporea che possono essere curati con l’ausilio di busti ortopedici o interventi chirurgici. Discorso leggermente diverso riguarda il paramorfismo, che consiste in scorretti atteggiamenti posturali che alla lunga causano gravi danni alla morfologia corporea.
Il disturbo colpisce maggiormente i pazienti con problemi dermatologici, quelli sottoposti a interventi di chirurgia estetica, chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo, i pazienti con fobia sociale e quelli con disturbo depressivo maggiore. Generalmente, i primi segnali si manifestano durante l’adolescenza, e negli ultimi anni – complice una società che punta alla perfezione estetica a ogni costo – il disturbo si è diffuso in maniera sempre maggiore.
Può interessare qualsiasi parte del corpo, anche se la maggior parte delle preoccupazioni si concentra sul volto. In particolare sul naso, sulla pelle, sui capelli, sui denti, sulle labbra. Ecco quali sono i sintomi da non ignorare:
Il disturbo può presentarsi insieme ad altri disturbi psichiatrici quali il disturbo depressivo maggiore, i disturbi d’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi alimentari (come l’anoressia).
Non è ad oggi del tutto chiaro cosa causi il disturbo da dismorfismo corporeo in maniera specifica. Esso può derivare da una combinazione di fattori, come una storia di disformismo corporeo famigliare, valutazioni o esperienze negative sul proprio corpo o sull’immagine di sé e una funzione cerebrale anormale o livelli anormali della serotonina. Le cause possono quindi essere di natura biologica, psicologica o ambientale. Alcuni fattori di rischio includono traumi emotivi, abusi sessuale, problemi di autostima e pressione sociale per raggiungere standard di bellezza irrealistici.
Dopo aver segnalato le caratteristiche e i sintomi del dismorfismo corporeo, scopriamo adesso come si sente effettivamente il paziente che ne soffre. Se può comunemente accadere di avvertire insoddisfazione per il proprio aspetto, nella maggior parte dei casi questa non riesce ad influenzare in modo significativo la propria vita. Nel caso del disturbo da dismorfismo corporeo è proprio ciò che accade. Il soggetto tende ad avere la sensazione che qualcosa in lui non vada bene, e si sente quindi spesso fuori dal gruppo, isolato a causa del suo difetto estetico. Il paziente prova inoltre una forte sensazione di vergogna, accompagnata da ansia e da comportamenti di controllo del corpo che avrebbero lo scopo di analizzare l’evoluzione del proprio problema. Chi soffre di dismorfismo corporeo tende anche a provare invidia e persino rancore nei confronti delle altre persone.
Se non adeguatamente trattato, tale disturbo può comportare conseguenze più o meno gravi sia tra gli adulti che tra gli adolescenti. Nei primi tende ad associarsi ad una disabilità medio-grave e a fare insorgere difficoltà sociali e isolamento sociale. Nei secondi non è raro che provochi abbandono scolastico, peggiori risultati accademici e, anche in questo caso, isolamento.
Come si cura il dismorfismo corporeo? Il disturbo di solito non migliora da solo. Se non trattato, anzi, potrebbe peggiorare nel tempo e causare ansia, grave depressione e persino pensieri suicidi. Il trattamento può includere terapia cognitivo-comportamentale, farmaci antidepressivi o antiansia e interventi chirurgici o di medicina estetica in casi particolarmente gravi.
E’ un problema che va affrontato innanzitutto attraverso una rielaborazione cognitiva che porti il paziente a rendersi conto dei suoi errori di valutazione in merito all’aspetto estetico. La terapia dovrebbe portare il soggetto ad accettare la propria identità. Viene da sé che chi cura il dismorfismo è, in primo luogo, un professionista della salute mentale. La terapia cognitivo comportamentale, tra tutte, è particolarmente efficace. Può aiutare a gestire i sintomi cambiando il modo in cui si pensa e ci si comporta, aiutando a capire cosa scatena i sintomi ed insegnando modi diversi di pensare e affrontare le tue abitudini.
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