Benessereblog Salute Disturbo ossessivo compulsivo nei giovani: i rischi da non sottovalutare

Disturbo ossessivo compulsivo nei giovani: i rischi da non sottovalutare

Assumere dei comportamenti ripetitivi e ritualistici fa parte del tipico sviluppo del bambino, ma in alcuni casi questi comportamenti potrebbero rappresentare un campanello d’allarme da non ignorare. Ecco perché.

Disturbo ossessivo compulsivo nei giovani: i rischi da non sottovalutare

Assumere dei comportamenti ripetitivi e ritualistici rappresenta un fenomeno del tutto normale durante l’infanzia, ma in alcuni casi tali comportamenti possono aprire le porte allo sviluppo di sintomi ossessivi e compulsivi (OCS), che possono a loro volta rappresentare un campanello d’allarme per gravi condizioni psichiatriche.

A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, secondo cui i bambini e i giovani adulti con OCS hanno ammesso di avere pensieri negativi, e corrono una maggiore probabilità di sperimentare psicopatologie serie, comprese la depressione e il suicidio.

Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno arruolato un campione di 7000 partecipanti di età compresa tra gli 11 e i 21 anni, ed hanno diviso l’OCS in quattro categorie:

  • Pensieri negativi
  • Ripetizione/Controllo
  • Simmetria
  • Pulizia/contaminazione.

Oltre il 20% dei giovani ha ammesso di avere pensieri intrusivi negativi, che includevano pensieri sul farsi del male o sul farlo agli altri, immaginare scene violente o temere di fare qualcosa di male senza avere l’intenzione di farlo. Questi partecipanti avevano maggiori probabilità di sviluppare una psicopatologia grave (oltre al disturbo ossessivo-compulsivo), andando incontro a un maggior rischio di depressione e suicidio.

Questi sintomi possono essere fondamentali per individuare gli adolescenti che si trovano in una traiettoria psichiatrica potenzialmente debilitante. Le azioni ripetitive sono comuni nei bambini piccoli e sono di fatto una parte sana dello sviluppo. È quando questi sintomi continuano nell’adolescenza e iniziano a interferire con le attività quotidiane che abbiamo diventa necessario esaminare la causa e le terapie disponibili.

via | ScienceDaily
Foto da iStock

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