Dormire bene da giovani per migliorare la memoria da anziani
Dormire bene fa bene alla salute, ma sapevate che un buon sonno può salvaguardare anche la nostra memoria negli anni a venire?
Chi dorme bene da giovane, potrebbe avere una migliore memoria da anziano. Sarebbe questo quanto emerso da un nuovo studio condotto dai membri della Baylor University, secondo cui investire in un sonno di qualità in età precoce, potrebbe rappresentare la chiave per mantenere una buona memoria in età più avanzata. Sappiamo bene infatti che con il passare degli anni si tende a dormire meno, ma adesso gli esperti hanno voluto constatare se tali cambiamenti possono avere un peso per quanto concerne il funzionamento cognitivo.
Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno condotto una revisione globale di oltre 200 studi, ed hanno analizzato l’associazione tra il sonno e il funzionamento cognitivo.
I partecipanti allo studio sono stati divisi in tre gruppi, ovvero quello dei giovani (18-29 anni), mezza età (30-60 anni) e anziani (60 anni e oltre). Dopo aver valutato i dati auto-riferiti dai vari partecipanti in merito a quante ore, in media, dormissero ogni notte, quanto tempo impiegassero per andare a dormire, la frequenza con cui si svegliavano durante la notte e la stanchezza avvertita durante il giorno, gli esperti hanno tratto le loro conclusioni.
I risultati delle analisi hanno infatti rivelato che i partecipanti giovani e di mezza età tendono a dormire di più e meglio rispetto agli adulti più anziani, e da questo fenomeno sembra trarre beneficio proprio il funzionamento cognitivo, in età più avanzata.
Ci siamo imbattuti in studi che hanno dimostrato che dormire bene durante la mezza età comporta un migliore funzionamento mentale 28 anni dopo
spiegano infatti gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista Perspectives on Psychological Science. Al contrario, sembra che una buona qualità del sonno a 70, 80 o 90 anni incida poco sulla qualità della memoria, anche se – è bene ricordarlo – un buon sonno in età avanzata migliora comunque la salute cardiovascolare e riduce il rischio e la gravità di una vasta serie di disturbi e patologie.
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via | Medicalnewstoday.com