E se digrigni i denti? Soffri di bruxismo
Ricordo che una mia compagna di università ci raccontava di dover portare di notte un particolare apparecchio perché “digrignava”, scatenando in questo modo i nostri sguardi al tempo stesso curiosi e perplessi . Parlava del bruxismo, un disturbo prevalentemente notturno che consiste nell’involontario digrignamento dei denti, ossia nel contatto forzato fra quelli dell’arcata superiore e […]
Ricordo che una mia compagna di università ci raccontava di dover portare di notte un particolare apparecchio perché “digrignava”, scatenando in questo modo i nostri sguardi al tempo stesso curiosi e perplessi . Parlava del bruxismo, un disturbo prevalentemente notturno che consiste nell’involontario digrignamento dei denti, ossia nel contatto forzato fra quelli dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore senza che sia in atto alcuna masticazione.
Tale azione, alla lunga, comporta dei danni alla struttura dentale (in termini di usura ed ipersensibilità), oltre che forti emicranie, dolori cervicali, vertigini e tensione muscolare mandibolare. Ma non vi allarmate: si tratta di un comportamento estremamente diffuso nella popolazione (Dr.Brux, il sito dedicato a questa patologia, parla del 50% – qui trovate anche un semplice test per verificare se siete bruxisti), ricondotto per lo più a stati di stress e nervosismo, ma causato anche dall’abuso di nicotina, caffeina e determinati farmaci.
Le soluzioni? L’adozione di apparecchi ortodontici per riportare in linea le due arcate associata ad interventi di coronoplastica, oppure l’utilizzo di un bite, un guscio in resina trasparente che, indossato di notte, ha la funzione di proteggere sia i denti che le strutture parodontali impedendo il digrignamento.