Ebola: morto il medico Sheik Umar Khan, epidemia fuori controllo in Sierra Leone
L'epidemia di Ebola in Sierra Leone è fuori controllo: dopo la morte di Sheik Umar Khan, medico in prima linea contro l'epidemia nel paese africano, Medici Senza Frontiere denunciano una situazione davvero allarmante.
Non ce l’ha fatta Sheik Umar Khan, il medico che in Sierra Leone è considerato un eroe per la sua lotta contro un’epidemia di ebola nei paesi dell’Africa Occidentale che in questi primi mesi del 2014 ha già ucciso più di 600 persone, secondo l’ultimo report reso noto dall’Oms. Il medico, a capo del centro clinico per le cure dei pazienti affetti dal virus dell’Ebola a Kenema, è morto dopo aver contratto lui stesso questa malattia che mette in allarme il mondo intero.
Sheik Umar Khan aveva contratto il virus dell’ebola una settimana fa e le sue condizioni sono apparse sin dall’inizio molto critiche. E, infatti, il medico, che è considerato un eroe per il suo impegno, sottolineato anche dal ministro della sanità della Sierra Leone (ha speso negli ultimi mesi più di 12 ore di lavoro al giorno per salvare la vita alle persone affette dal virus), è morto all’età di 39 anni. Il dottore si trovava ricoverato in un centro di Medici Senza Frontiere.
Ma non è l’unico medico colpito dallo stesso virus che stava combattendo: anche l’americano Kent Brantly, che lavora nel centro dell’ospedale Elwa di Monrovia in Liberia, ha contratto il virus dell’ebola e le sue condizioni si aggravano di giorno in giorno. Nello stesso ospedale anche Nancy Writebol, igienista addetta alla decontaminazione di chi entrava e usciva dal nosocomio, si è ammalata della stessa patologia e le loro condizioni sono gravi.
Il medico americano, come raccontato dal collega David Mcray, ha sottolineato di come la progressione della malattia sia rapida:
Sto pregando ardentemente che Dio mi faccia sopravvivere, per favore pregate anche per la mia amica Nancy che è molto malata e per i medici che si stanno prendendo cura di noi.
Intanto la Samaritan’s Purse, organizzazione religiosa alla quale appartengono anche Kent Brantly e Nancy Writebol, ha già predisposto l’evacuazione dal paese di tutto il personale non necessario: le persone che rientreranno non hanno i sintomi dell’ebola e comunque verranno monitorati costantemente, per evitare che il virus possa diffondersi.
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Aggiornamento del 31 luglio 2014
La situazione in Sierra Leone è fuori controllo: l’epidemia di Ebola che si è scatenata nel paese africano mette in allarme tutto il mondo. Medici Senza Frontiere, l’organizzazione che si occupa di intervenire nei paesi più disagiati del mondo e in occasione di guerre e conflitti, denuncia una situazione davvero allarmante, tanto che il presidente del paese, Ernest Bai Koroma, ha già annunciato lo stato di emergenza per il pericolo di diffusione del virus Ebola.
Sfide straordinarie richiedono misure straordinarie quindi proclamo lo stato di emergenza pubblica in modo da riuscire a far fronte meglio all’emergenza ebola.
Molti i volontari che stanno lasciando i paesi più colpiti, come la Sierra Leone, la Liberia, dove per prevenire il contagio è già stata disposta la chiusura delle scuole e la quarantena del personale medico, e la Guinea. Diverso il personale colpito dal virus dell’ebola a causa del contatto con pazienti malati che poi sono deceduti: tutti sono tenuti in isolamento e sono sotto stretto controllo. Dal canto suo l’Oms non ha limitato i voli verso questi paesi, sottolineando che se anche un paziente malato dovesse imbarcarsi il rischio di contagio agli altri passeggeri sarebbe bassissimo.
Foto | Youtube, da Flickr di EU Humanitarian Aid and Civil Protection
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