Ebola, per l’Oms è “emergenza internazionale”. L’esperto: “Rischi in Italia se il virus arriva dal Nord Africa”
L'epidemia di ebola che ha sconvolto la parte occidentale dell'Africa è un'emergenza internazionale, secondo le parole dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. I microbiologi italiani continuano a sottolineare che non c'è rischio per l'Italia.
Il virus dell’ebola preoccupa a livello internazionale, come sottolineato dalle ultime dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha dichiarato lo stato di urgenza sanitaria pubblica mondiale. L’epidemia di ebola, fuori controllo in Sierra Leone, allarma anche altri paesi del mondo, soprattutto in Arabia Saudita e negli Usa.
L’Oms, in merito all’epidemia del virus ebola, parla di un
evento straordinario particolarmente grave.
Per questo motivo è necessaria una risposta coordinata a livello internazionale, per porre freno a questa malattia infettiva che ha già ucciso mille persone in Liberia, Sierra Leone, Nigeria, Guinea Bissau, dove la patologia sta colpendo in maniera imponente.
E la situazione in Italia? Nel nostro paese è inutile fare allarmismi, il rischio che il virus dell’ebola arrivi è molto basso, come sottolineato oggi anche dall’Amcli, l’Associazione Italiana Microbiologi Clinici, che ha sottolineato come l’Italia non corra rischi concreti perché gli scambi con i paesi africani maggiormente colpiti sono praticamente inesistenti e perché i tempi di incubazione sono inferiori a quelli di una traversata in mare verso le coste italiane. Il rischio, dunque, è remoto, ma i controlli sono comunque molto alti, come è importante l’impegno dell’Italia nella lotta all’epidemia.
Maria Capobianchi, direttore del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, commenta così i nostri sforzi:
L’Italia partecipa con altri paesi europei al laboratorio mobile finanziato dalla Comunità Europea. Su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il laboratorio è stato inviato in Guinea fin dall’esordio dell’epidemia, offrendo tecnologie e professionisti in grado di affiancare le autorità locali nella lotta contro la diffusione dell’infezione. Le attività diagnostiche svolte dal laboratorio mobile sono fondamentali per identificare, assistere ed isolare le persone infette, ricercare i contatti, riammettere nella comunità i sani e i guariti e, nel complesso, monitorare l’andamento dell’epidemia.
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Aggiornamento dell’8 agosto 2014 ore 18.10
Walter Pasini, direttore del Centro travel medicine and global health, in una dichiarazione sottolinea che l’Italia sarebbe a rischio se il virus dell’Ebola arrivasse dai paesi del Nord Africa:
E’ piuttosto improbabile – al momento- che l’infezione possa raggiungere l’Italia attraverso le centinaia di barconi di disperati che raggiungono le nostre coste considerando la severità della malattia e l’ubicazione dei focolai epidemici attuali, tuttavia una possibilità teorica non si può escludere considerando che il periodo di incubazione dura 2-21 giorni e che l’epidemia coinvolga un numero maggiore di paesi africani bene maggiore, rendendo più prossima al nord Africa l’area del contagio.
L’esperto, dunque, sottolinea che se il virus dovesse diffondersi in zone dell’Africa più vicine a noi, allora potremmo non essere più al sicuro. Al momento, però, i paesi più colpiti (Guinea, Liberia, Sierra Leone, Mali) sono distanti e ci fanno credere che il virus non possa arrivare tanto facilmente.
L’esperto sottolinea, poi, che
il contagio si può diffondere attraverso viaggiatori ad altri paesi africani, specie in quelli densamente popolati o estesi come Nigeria, Repubblica Democratica del Congo o in altri come Sudan e Uganda dove già in passato si erano verificate epidemie di Ebola.
Via | Agi
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Aggiornamento dell’8 agosto 2014 ore 14.30
Anche il commissario europeo alla Salute, Tonio Borg, è voluto intervenire in merito alla questione dopo l’intervento dell’OMS:
Voglio rassicurare i cittadini che il rischio di virus Ebola nei territori dell’Unione europea è estremamente basso.
Il commissario UE alla salute ha spiegato che il rischio è così basso perché sono pochissime le persone dirette in Europa che possono essere state esposte al virus dell’ebola. Ma il rischio è basso anche perché il virus si diffonde solo per contatto diretto dei fluidi corporei delle persone che sono malate.
Comunque l’Unione Europea continua a monitorare la situazione in Africa e nel caso il virus arrivasse in Europa, saremmo pronti a fronteggiare la malattia. Il commissario ha poi aggiunto: Il mio pensiero va alle vittime e alle loro famiglie.
Sono vicino alle comunità nella loro lotta e alle migliaia di persone in prima linea per combattere ebola, inclusi molti volontari dall’Unione europea.
Via | Adnkronos
Foto | da Flickr di ajc1
Via | Rainews
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