Le persone che hanno ricevuto la vaccinazione contro il Covid-19 presentano un rischio inferiore del 27% di sviluppare il long-Covid, nel caso in cui contraggano l’infezione. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) nel 2025.
La ricerca ha evidenziato che, sebbene sia ormai consolidato che la vaccinazione offra protezione dalle conseguenze più gravi dell’infezione acuta da Sars-CoV-2, come il ricovero ospedaliero e il rischio di morte, rimane una certa incertezza riguardo alla capacità del vaccino di ridurre il rischio o la durata dei sintomi post-acuti associati al Covid-19, noti come long-Covid. Queste informazioni sono state riportate nello studio dell’Ecdc.
Per chiarire questo punto, i ricercatori hanno esaminato sette studi pertinenti. Dall’analisi combinata è emerso che le persone che hanno completato il ciclo vaccinale presentano un rischio significativamente inferiore, di circa un quarto, di sviluppare long-Covid rispetto a coloro che non sono stati vaccinati. I risultati sono stati particolarmente evidenti tra gli adulti, mentre non sono stati reperiti dati sufficienti per i ragazzi, i bambini e le persone con condizioni di salute compromesse. Inoltre, è stato osservato che, anche nei casi di long-Covid sviluppato da soggetti vaccinati, la vaccinazione sembra ridurre la durata della condizione, sebbene i dati disponibili per confermare questa conclusione siano limitati.
Edoardo Colzani, responsabile dei virus respiratori e della Legionella dell’Ecdc, ha sottolineato l’importanza di questa revisione, evidenziando che la vaccinazione non solo protegge dai gravi esiti delle malattie acute durante una pandemia, ma può anche contribuire a mitigare il rischio di effetti significativi a lungo termine.
Questi risultati rappresentano un passo avanti nella comprensione degli effetti della vaccinazione e delle sue potenziali implicazioni sul long-Covid, fornendo informazioni preziose per la salute pubblica.