Ecografie a domicilio? Ci pensano tablet e smartphone
La Società italiana di medicina interna ha presentato un tablet che, eseguendo ecografie a domicilio, promette di risparmiare in tempi e costi
A Roma, durante il 113mo congresso della Società italiana di medicina interna (Simi), è stato presentato il prototipo di un tablet in grado di eseguire ecografie. Lo strumento potrà essere utilizzato a domicilio per ottenere informazioni sulla salute di collo, torace, cuore e addome e promette di ridurre il sovraffollamento degli ospedali e i costi dell’assistenza sanitaria.
Si tratta di un apparecchio decisamente più piccolo rispetto ad un ecografo tradizionale: lo schermo ha le dimensioni medie di un tablet e lo spessore è di soli 2 centimetri. Basta appoggiare la sonda di cui è dotato sulla zona da analizzare per diagnosticare o monitorare condizioni variabili dalle coliche biliari o renali alla gravidanza.
L’Italia è uno dei primi Paesi a sperimentare il nuovo ecografo portatile, già disponibile nel pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna e in altri punti dell’Emilia Romagna.
Vincenzo Arienti, direttore del reparto di Medicina Interna dell’ospedale bolognese, ha spiegato che l’cografo-tablet consente al medico anche
di visitare il malato a domicilio e decidere in modo più appropriato se ricoverare il paziente.
Francesco Violi, presidente Simi, ha sottolineato che
l’uso dei palmari permetterà un grande risparmio di risorse e tempi di degenza, senza contare che il malato non verrà esposto a radiazioni e inizierà subito la terapia, evitando esami inutili.
In realtà non si tratta del primo caso in cui la tecnologia di tablet e smartphone si mette al servizio della salute. In passato abbiamo avuto modo di parlare di applicazioni che aiutano a combattere l’insonnia e di smartphone in grado di analizzare campioni di sangue e saliva per diagnosi fuori dalle mura di un laboratorio.
Di sicuro, quello della telemedicina sembra essere un campo estremamente interessante che, oltre a facilitare la vita a medici e pazienti, promette un risparmio non indifferente che, stando ad un recente studio, potrebbe ridurre i costi per singolo paziente addirittura del 70%.