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Educazione alimentare a scuola per combatte l’obesità infantile

Combattere l'obesità infantile si può, ma bisogna inserire dei programmi di educazione alimentare nelle scuole.

Educazione alimentare a scuola per combatte l’obesità infantile

Visto che dalla legge di bilancio è scomparsa la “sugar tax”, ecco che Slow Food Italia ha deciso di lanciare la sua proposta al Ministero della Salute: “Per combattere obesità e sovrappeso infantili inserire l’educazione alimentare e sensoriale nei programmi scolastici, a partire dalle mense”. La proposta di Slow Food Italia vuole ripartire dall’educazione alimentare e sensoriale per abituare il palato dei bambini ai gusti che sono naturalmente dolci. Il tutto sarebbe possibile inserendo nei programmi scolastici dei percorsi che insegnino ai bambini a riconoscere i veri sapori naturali degli alimenti, ma non solo. Ci si prefigge di spiegare loro la stagionalità dei prodotti e come capirne la qualità.

Per fare questo è necessario utilizzare un sistema di mense scolastiche in cui gli appalti non si basino esclusivamente sull’economicità o meno, ma anche su concetti come sostenibilità, rapporto col territorio e il favorire le piccole aziende locali.

Come inserire l’educazione alimentare a scuola?

Slow Food Italia ha così spiegato: “Solo così possiamo intervenire alla radice per frenare il dilagare dei casi di sovrappeso e obesità infantile. La sugar tax, inizialmente inserita nella prossima legge di bilancio e a oggi scomparsa tra i provvedimenti in discussione, avrebbe potuto essere un tentativo di approccio alla questione, anche se non risolutivo. In ogni caso, qualsiasi intervento messo in campo deve far parte di un progetto più ampio e articolato che ha nell’educazione il suo cardine”.

Per quanto concerne la sugar tax, lo scopo del legislatore nel tassare i produttori di bevande zuccherate sarebbe stato quello di ridurre la quantità di zucchero contenuto nelle bevande, fornendo anche una nuova entrata allo Stato. Tuttavia il problema non sono solamente gli zuccheri, a volte anche le sostanze sostitutive sono altrettanto dannose sul lungo periodo, soprattutto per quanto riguarda l’obesità infantile.

Giuseppe Orefice del Comitato esecutivo di Slow Food Italia, ha poi specificato: “Per noi quello degli edulcoranti, che siano naturali o artificiali è un altro nodo imprescindibile. Per queste sostanze sono stabilite quantità giornaliere massime e, nel caso dei dolcificanti artificiali, il consumo è addirittura sconsigliato alle donne in gravidanza e ai minori di 12 anni. Non entriamo nel merito dello strumento, ma evidenziamo da un lato la necessità di intervenire per offrire cibi sani, con meno zuccheri aggiunti, chimica e grassi, specialmente ai bambini. E dall’altro la necessità che il sistema scolastico investa in educazione e nelle mense”.

Foto | iStock

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