Efedrina: cos’è e quando si usa
L'efedrina ha una struttura molto simile a quella delle amfetamine.
L’efedrina è una molecola alcaloide presente nelle piante del genere Ephedra, utilizzate da millenni nella medicina tradizionale cinese per la cura di problemi respiratori come asma e bronchite. L’efedrina viene utilizzata comunemente in ospedale per risvegliare i pazienti da un’anestesia totale. In pratica l’efedrina è quel farmaco che viene iniettato nelle vene di un paziente sotto anestesia spinale o epidurale e che inverte uno stato di estrema ipotensione anche quando causata da alcuni farmaci.
In passato l’efedrina veniva utilizzata molto comunemente in molti farmaci per la cura della congestione nasale e dell’asma, in quanto agisce come un potente broncodilatatore. In ambito oculistico viene ancora utilizzata per dilatare la pupilla e molte medicine naturali come la naturopatia e la fitoterapia viene ancora consigliata per trattare i problemi respiratori. La medicina ufficiale non la utilizza più per il trattamento di asma e congestione nasale, ma è stata sostituita da altri principi attivi più selettivi ed efficaci.
L’efedrina ha una struttura chimica molto simile a quella delle amfetamine e può essere considerata come il loro precursore naturale. L’assunzione di efedrina infatti comporta gli stessi effetti delle amfetamine, come l’aumento della concentrazione, l’accelerazione del metabolismo con una notevole proprietà dimagrante e come soppressore dell’appetito.
L’uso dell’efedrina come dimagrante, per il doping o per scopi psicotropi è sconsigliato e vietato, tuttavia sono disponibili molti prodotti che ne contengono quantità anche elevate. L’abuso di efedrina ha effetti collaterali molto pericolosi e simili a quelli dell’abuso di amfetamine: irrequietezza, agitazione, ansia, psicosi, aritmie e disturbi cardiovascolari.