Eiaculazione precoce, ecco i sintomi per una diagnosi certa
Grazie alla definizione dei criteri diagnostici riconoscere il problema non è più difficile come in passato. Ecco quali sono
L’eiaculazione precoce non è solo un problema fisico. Questo disturbo, che in Italia colpirebbe dal 20 al 30% della popolazione maschile, è fonte di stress sia per l’uomo che la deve affrontare, sia per il suo rapporto di coppia. Anche se è riconosciuta come problema medico da più di 100 anni, la sua definizione clinica è risultata particolarmente difficile, soprattutto per quanto riguarda la forma secondaria, detta anche eiaculazione precoce acquisita.
Fortunatamente oggi questo problema di definizione dei sintomi necessari per una diagnosi certa sembra avere trovato una soluzione. A fornirla è il Second International Society for Sexual Medicine Ad Hoc Committee, che in uno studio pubblicato sulla rivista Sexual Medicine ha proposto una nuova definizione di eiaculazione precoce che include sia la forma acquisita che quella primaria.
Secondo il comitato l’eiaculazione precoce è una disfunzione sessuale maschile caratterizzata da:
- un’eiaculazione che avviene sempre o quasi sempre prima o entro 1 minuto dalla penetrazione vaginale a partire dalla prima esperienza sessuale (nel caso della forma primaria) o una riduzione clinicamente significativa e problematica del tempo di latenza, spesso a circa 3 minuti o ancora meno (nel caso della forma acquisita);
- l’incapacità di ritardare l’eiaculazione in occasione di tutte o quasi tutte le penetrazioni vaginali;
- conseguenze personali negative, come stress, preoccupazione, frustrazione e tendenza ad evitare l’intimità.
Secondo Ege Can Serefoglu, esperto del Bagcilar Training & Research Hospital di Istanbul e membro del comitato, prima della definizione di questi criteri diagnostici era molto facile classificare in modo errato i casi di eiaculazione precoce acquisita rende facili. Ciò ha generato difficoltà anche negli studi sul tema, da cui non era possibile ottenere conclusioni affidabili da estendere a tutti i pazienti. Anche la sperimentazione dei farmaci ha dovuto fare i conti con questa situazione.
La definizione unificata di eiaculazione precoce primaria e acquisita ridurrà gli errori di diagnosi e classificazione fornendo ai medici uno strumento diagnostico discriminante
ha spiegato Serefoglu.
Dovrebbe fornire le basi sia per la diagnosi di eiaculazione precoce che per la messa a punto di studi osservazionali e sperimentazioni cliniche.
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Via | EurekAlert!