Il 29 gennaio il centrosinistra ha presentato nel dettaglio le politiche per la salute per le elezioni 2013. No a tagli e a nuovi ticket
Con le elezioni 2013 alle porte, lo scorso 29 gennaio il centrosinistra ha reso note le politiche per la salute parte del suo programma. Secondo quanto emerge dalla documentazione ufficiale del Partito Democratico, la tutela della salute è una priorità per il centrosinistra e
la crisi non può e non deve diventare una giustificazione al rovesciamento dei principi dell’universalismo e della solidarietà nella tutela della salute.
L’impegno è sulle politiche sanitarie e sulle politiche sociali, perché la tutela della salute delle persone non può più tollerare la diffusa scarsa integrazione fra sociale e sanitario.
Secondo il Pd la spesa sanitaria non è un motivo di allarme per la finanza pubblica, anzi, l’Italia spenderebbe e investirebbe meno in sanità di quanto non facciano altri Paesi europei. I tagli degli ultimi governi non permetterebbero di ottenere i risultati attesi in termini di maggiore efficienza, appropriatezza delle cure e innovazione. La soluzione sarebbe altrove. Ecco i punti su cui intende agire il centrosinistra per raggiungere questi obiettivi senza ricorrere a nuovi tagli e nuovi ticket o costringere i cittadini a fare affidamento solo sulle assicurazioni private o sulle casse mutualistiche e mantenendo il finanziamento del Fondo sanitario nazionale al di sopra dei valori stabiliti nell’ultimo Patto per la salute.
Ospedale e territorio. Si punterà al rinnovamento strutturale e tecnologico degli ospedali. Ciò che conterà sarà l’intensità delle cure, puntando su poche strutture altamente tecnologiche per le emergenze e i casi acuti e su strutture a bassa e media intensità di cura per assistere i pazienti con patologie croniche o che non hanno bisogno di alta specializzazione. Gli ospedali dovranno essere collegati tra loro, con i presidi territoriali, con le strutture riabilitative e residenziali, con l’assistenza a domicilio, i medici di base e i pediatri.
Riqualificazione e riorganizzazione delle cure primarie. Verrà promosso il modello di medicina associata, incentivando l’aggregazione dei medici di base in studi attrezzati, informatizzati e collegati con gli ambulatori specialistici, con gli ospedali e con la rete dei servizi sociosanitari per gestire cure, fattori di rischio, malattie croniche, disabilità e diagnosi di primo livello, 24 ore su 24.
Appropriatezza. Si punterà a creare condizioni tali per cui i medici prescrivano visite ed esami solo quando è opportuno, basandosi su linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici scientificamente validi e verificati dalle società scientifiche. Verrà introdotta la tessera sanitaria digitale per ogni persona e le attività diagnostiche (sia nel pubblico, sia nel privato convenzionato) saranno monitorate.
Medicina difensiva. Si lavorerà ad una legge sul rischio clinico che garantisca i professionisti del settore evitando gli sprechi dettati dalla paura di essere denunciati dal paziente. I punti toccati dalla legge dovranno essere:
assicurazione, autorizzazione, accreditamento e, per le strutture private, accordi contrattuali;
attivazione di sistemi misti, risarcitori e indennitari, per tutelare le persone danneggiate;
creazione di un fondo per i grandissimi rischi e per le insolvenze;
attuazione pronta e totale del fondo di solidarietà per le categorie professionali più esposte, per contenere i premi assicurativi;
messa a punto di tabelle univoche per la valutazione del danno per uniformare, secondo equità e giustizia, le liquidazioni.
Prevenzione. Le tradizionali attività di prevenzione e diagnosi precoce saranno affiancate dal sostegno ai corretti stili di vita, alla lotta alle dipendenze, alla corretta alimentazione, all’attività fisica, anche grazie a percorsi scolastici fin dalle elementari. Le attività del Governo, delle organizzazioni civili e del volontariato dovranno essere unite e coerenti.
Aziende farmaceutiche. Il settore farmaceutico dovrebbe essere valorizzato e riorientato all’innovazione e alla ricerca permettendo una pianificazione dell’attività delle aziende farmaceutiche su un periodo di 3-5 anni e favorendo, così, gli investimenti delle grandi multinazionali.
Federalismo e governance. Pur non mettendolo in discussione, il federalismo dovrà essere corretto per ridurre il divario tra Sud e Centro-Nord rilevabile in tutti i settori della sanità. Si lavorerà sui piani di rientro e sui commissariamenti, monitorando attività e spese e intervenendo tempestivamente sulle anomalie rilevate anche sostituendosi temporaneamente alle Regioni. Il Ministero della Salute dovrà recuperare un’effettiva capacità di governo, anche coordinandosi con l’Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA e l’Age.Na.S.
Partiti fuori dalle nomine. Verranno rivisti i meccanismi di selezione e i requisiti professionali dei dirigenti del Ssn. Tutto il percorso deve essere reso pubblico su internet. La selezione deve essere seguita dalla verifica dei risultati sia dal punto di vista economico e gestionale, sia in termini di strategie e salute.
Trasparenza. Il rilancio della sanità pubblica dovrà coinvolgere medici, infermieri, tecnici e operatori sanitari anche dal punto di vista decisionale e del governo clinico. Si punterà alla riduzione del precariato, all’ammodernamento degli Ordini delle professioni mediche e sanitarie, al miglioramento della formazione universitaria e post-universitaria, a politiche del lavoro orientate alla qualità e all’efficacia. Anche i cittadini dovrebbero essere coinvolti redendo pubblici su internet i risultati clinici di ogni ospedale e le spese di Asl e aziende ospedaliere.
Per conoscere tutti gli altri punti del programma del centrosinistra e delle altre coalizioni potete seguire lo speciale Elezioni 2013 di PolisBlog.
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