Emicrania, i costi che non ti aspetti
L’emicrania è un disturbo che interessa moltissime persone, ed è fortemente debilitante per chi ne soffre. Ecco quali sono i costi che non ti aspettavi.
L’emicrania è una malattia che colpisce moltissime persone (in Italia si stima che ad esserne colpiti siano circa 6 milioni di pazienti) e che comporta sintomi davvero molto spiacevoli, come la testa che pulsa, eccessiva sensibilità alla luce, ai suoni e agli odori, dolore intenso, nausea e vomito. A parlare dei costi collegati a questa malattia neurologica è il nuovo studio presentato da Novartis al congresso della European Academy of Neurology (Ean) a Oslo, i cui autori hanno seguito un campione di più di 11.000 persone in 31 Paesi (tra cui l’Italia), ed hanno constatato che l’emicrania ha delle ripercussioni significative sulla vita quotidiana e sul lavoro.
Ciò comporta dei costi complessivi collegati a questa patologia che, in Europa, vanno dai 18 ai 27 miliardi di euro ogni anno. Fra i maggiori problemi legati all’emicrania vi è ad esempio la ridotta produttività, seguita dall’assenteismo sul lavoro, problemi che solo in Italia comportano un costo annuale di circa 7,6 miliardi di euro.
Gli esperti sottolineano la necessità di migliori opzioni di trattamento e gestione della malattia. Attualmente il trattamento di prevenzione consiste nella somministrazione di farmaci antidepressivi, antiepilettici, beta bloccanti e calcio antagonisti, che però hanno degli effetti indesiderati molto pesanti, che nella maggior parte dei casi portano i pazienti a interrompere il trattamento.
Fortunatamente la ricerca continua ad andare avanti nel tentativo di trovare cure più adatte:
C’è una nuova classe di farmaci, anticorpi monoclonali anti CGRP, specifica per l’emicrania: tra questi erenumab è la prima molecola autorizzata dall’Agenzia Europea dei Medicinali. I risultati dopo un anno hanno dimostrato una riduzione di almeno la metà del numero di giorni con emicrania al mese nel 65% dei pazienti, la riduzione del 75% nel 42% dei pazienti e l’assenza di giorni con emicrania dopo un anno di trattamento nel 26%.
via | Ansa
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